Come due perle
Data: 09/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... testa sotto e muovendoti tutta verso di me, io eseguo e continuo di fatto l’opera interrotta’.
‘Aspetta, racconta un attimo. Io gradisco per tutto ciò che m’accade?’ – invocò lei con la grafia alquanto incerta, instabile e vacillante.
‘Io direi veramente di sì, al cento per cento, senza alcun dubbio. Io ce l’ho già bello duro, dato che vorrei mettertelo dentro, eppure mi supplichi di continuare a fare quello che stavo eseguendo con la lingua, perché muovi talmente veloce la matita che a volte mi colpisce il mento, lo fai proprio velocissima, la mandi così in fondo che entri anche con le dita, a quel punto io non ce la faccio più, dato che ti levo le mutandine, tu me lo lasci fare e ti faccio mettere con i gomiti sul banco’.
‘E dopo mi prendi da dietro?’.
‘Non lo so, sono chiaramente amareggiato e desolato, perché il sogno finisce qui’.
‘No, dai, allora mi prendi da dietro, è vero?’ – mi sollecita lei spronandomi alquanto incuriosita e infervorata, assecondandomi e caldeggiandomi in maniera degna e compiaciuta per quanto appena esposto.
‘Sì, certamente, prima davanti e poi da dietro’ – aggiungo io animato, carico e ispirato al momento più che mai.
‘Dimmi una cosa, ci metti anche la matita? E’ così?’.
‘Sì, esatto’.
‘In fondo?’.
‘Sì, molto, visto che entra benissimo Il banco però stona contro il pavimento, perché ci muoviamo molto’.
‘Tu entri forte, sei anche veloce? Entri tutto?’.
‘Sì, fino al limite’.
‘E ci piace?’.
‘Tantissimo ...
... è una meraviglia’.
Il suono forte, inatteso e sgradevole della campanella lo picchiò in quell’istante in testa come un martello per il ghiaccio scompaginandolo, il cervello sussultò traumatizzato per un po’ e di riflesso lui nascose velocemente il foglio sotto quel quaderno, dal momento che cercò di reagire prima ancora di comprendere che cosa fosse successo, però nei jeans una tormentosa e vistosa erezione si rivelava comprensibilmente chiara. Giovanna s’alzò lentamente dal proprio posto, benché chiamata da Simona, lo guardò per un attimo, chiuse i libri e facendo finta di nulla uscì nel corridoio. Ancora angosciato e sconvolto lui dovette seguire Paolo. Nell’alzarsi notò perfettamente l’alone umido sulla sedia di lei e allora la sua attenzione volò immediatamente alla matita sul banco, quella matita era umida e scivolosa, lui se l’accostò al naso inalandone i profumi del sogno in maniera chiara e distinta. Appena che uscirono riferì ai suoi amici che doveva andare in bagno, dicendo loro d’aspettarli al distributore del caffè per darsi un tono, perché pochi giorni dopo iniziavano le vacanze di Natale, lente, però intervallate da meravigliosi messaggi scambiati con Giovanna, messaggi immorali, sconci e spinti dove artificiosamente in maniera ingenua lei lo provocava finendo per domandargli a notte tarda dove glielo avrebbe infilato, per quante volte, per quanto, come e dove. Non si videro mai.
Al ritorno in classe, quei posti vennero nuovamente scambiati e ...