Come due perle
Data: 09/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... smettere di guardarti, giacché non so se tu ti stai accorgendo di quello che stai facendo, poi come se m’avessi letto nella mente tu avvicini una mano a un seno e lo sfiori leggermente con l’indice, poi le tue dita spariscono sotto il tessuto e le vedo muoversi e capisco che ti stai pizzicando il capezzolo, lo vedo perché lo stringi e lo tiri, poi vedo la forma quando lo lasci per andare dall’altro. A me naturalmente viene sempre duro nel sogno, me ne accorgo, allora cerco di non guardarti, però non ci riesco, dato che come se tu avessi fatto una specie d’incantesimo, io continuo a fissarti mentre ti tocchi, poi succhi un dito in modo carino. Ti bagni il capezzolo, lo massaggi piano sempre facendo finta di niente, come se fosse normale e come se stessi mandando un SMS di nascosto, non lo so. Poi prendi una matita dal mio banco e in quel momento i nostri sguardi s’incrociano e anche se era già logico, io capisco in quel momento che tu sai che ti sto guardando e che vuoi essere osservata’.
Il foglio gli scivolò appena dalle mani, appesantito e indolenzito dalle sue stesse parole, Franco non fece nulla quando Giovanna compilò con la stilografica in alto nello spigolo del foglio:
‘Dimmi una cosa: s’assomiglia per caso a questa qui davanti la matita in questione?’ – abbozzò lei in modo scaltro e smaliziato. Il ragazzo annuì, in seguito con quella stessa matita lei celermente scrisse:
‘In seguito che cos’altro successe?’ – lui ormai lanciato e infervorato continuò a ...
... esporre:
‘Dopo hai iniziato a inanellarti la capigliatura con un lapis, io pensavo che tu avessi dei capelli bellissimi, poi l’hai messa in bocca e l’hai fatta scorrere sul collo e sul seno, proprio in mezzo là di sotto e l’hai affondata un po’ di volte, sai, dai, non serve che te lo dica, l’avrai capito certamente, no? Nel senso, così come se lo stessi facendo con un pene. Poi t’abbassi da una parte, sollevandoti su un lato tenendo le gambe accavallate e fai scendere la matita che ti sparisce fra le cosce. Io non vedo bene e so che dovrei essere sconvolto, però non lo sono, cioè, dal momento che sembra come se stessimo giocando e non ci fosse nessuno e ci fossimo messi d’accordo. Tu hai la mano nascosta dalle gambe, ma vedo che il polso si muove e ti mordi piano le labbra e butti un po’ la testa indietro. Con l’altra mano slacci altri due bottoni, visto che ne hai soltanto uno che si chiude sotto l’ombelico, t’accarezzi un attimo un seno e allarghi le gambe, in quell’istante io riesco a sentire il tuo odore. Tu ti giri con la schiena rivolta alla parete, schiudi un po’ lo cosce, mentre io vedo benissimo che stai facendo entrare la mia matita, però non vedo esattamente perché hai le mutandine’.
‘Di che colore sono?’ – lei a quel punto lo interruppe senza troncare il flusso dei suoi ricordi, ormai fusi e mescolati alla fantasia e ai pensieri del momento.
‘Sono di colore azzurro, sì, sono chiare, perché le vedo più scure dove capisco che sei bagnata’.
Lei accalorata ...