Il commesso
Data: 07/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Gmc2, Fonte: Annunci69
... dei jeans che indossavo.
Mi avvicinai un altro po’.
“Che ne dici se ci divertiamo, tanto la tua collega non ci vede.”
Mi abbassai la zip per facilitarle, il mio pene svettò come una molla.
“Ah però…”
Iniziò a massaggiarlo, sempre nascosta dalla tenda, una lenta sega. Col pollice indugiava sul frenulo mandandomi in estasi.
Ad un certo punto lasciò la presa, si accucciò scostando la tenda.
Con aria ammiccante aprì la bocca, tirò fuori la lingua, passandola lentamente su tutta l’asta.
Non resistevo più, volevo entrare in quell’anfratto caldo e umido.
Infilai la mano tra i suoi riccioli, attirandola verso di me. La sua bocca calda mi avvolse, fu come il Paradiso.
Iniziò a fare avanti e indietro con la testa, il rumore del risucchio coperto dalla musica del negozio.
Sentivo la sua lingua giocare col mio glande, ruotarci intorno.
Mi stava facendo impazzire, mentre con una mano mi massaggiava i testicoli e di tanto in tanto avvicinava il dito al mio foro posteriore senza penetrarlo, ma solo accarezzandolo.
Si accorse che ero vicino al limite.
Si bloccò, si alzò.
Girandosi appoggiò un piede sul panchetto che serviva ai clienti per sedersi nel camerino, dandomi le spalle e allargando il suo sesso.
Mi inginocchiai io stavolta, affondando il viso tra le sue natiche.
Cercai il clitoride con la lingua, le affondai dentro due dita mentre la leccavo con passione.
Sentii i suoi umori inondarmi il palato mentre gemeva piano, per non farsi ...
... sentire.
Quando raggiunse l’orgasmo si morse un braccio per soffocare le grida.
Mi alzai, appoggiai il mio membro alle porte della sua cavità e lo inserii in un unico colpo deciso.
La sorpresa le strappò un gemito.
Pompai velocemente, tenendola per i fianchi.
In un momento di impeto l’afferrai per i capelli, facendole fare alla schiena un arco sinuoso.
Sentivo il rumore dei colpi che le stavo infierendo, i miei testicoli che sbattevano contro il suo corpo.
I suoi gemiti stavano portandomi al limite, il calore del suo anfratto faceva il resto.
Venne nuovamente, in silenzio, facendo colare i suoi umori sulla mia asta, lucidandomela.
Ero al limite.
“Sto per venire… “ Le sussurrai all’orecchio, la voce rauca.
Si sfilò rapidamente e si inginocchiò davanti a me.
Con la mano mi fece una sega rapida, con la bocca spalancata davanti al mio piacere.
Venni copiosamente, schizzandole in parte in bocca, in parte sul viso e sui capelli.
Qualche schizzò finì sopra i vestiti che avrebbe dovuto acquistare.
Mi sorrise, si diede una ripulita con delle salviette che tirò fuori dalla borsetta.
“Ottimo lavoro, soldato. Comunque io sono Nadia.”
“Alex.” Sorrisi a mia volta.
“Beh, allora prendo questi due.” Mi disse dopo essersi rivestita.
Sara alzò gli occhi dallo schermo della cassa quando si avvicinò.
Staccheggiò i vestiti, fece pagare Nadia e la salutò.
Fu allora che notai che sulle mani di Sara era rimasto un po’ del mio seme.
Per ...