1. La collega di lavoro (parte 2)


    Data: 16/04/2019, Categorie: Lesbo Autore: Nadia89, Fonte: EroticiRacconti

    ... scuotendo la testa: “Enrico è fidanzato e l’anno prossimo si sposerà. E poi io preferisco non mischiare il lavoro con la mia vita sentimentale. Con i colleghi di lavoro non si fotte, questa è la regola!” aggiungo.
    
    La guardo, vedo che abbassa il capo. Adesso tocca a me chiedere: “Tu sei fidanzata?”
    
    Alza lo sguardo, incrociando i miei occhi: “No!” mi dice scuotendo la testa: “Ho avuto solo un paio di storielle nella mia vita, durate pochissimo.”
    
    Rido ancora, forse l’alcool mi sta dando alla testa, azzardo la battuta: “Ma come, una bella ragazza come te … sono certa che sei piena di pretendenti … pensavo infatti di trovare casa tua seguendo semplicemente la fila dei corteggiatori e spasimanti!”
    
    Sorride con un certo imbarazzo, glissando sull’argomento. “Tu hai mai avuto delle storie?”
    
    Annuisco. “Si, ho avuto tre grandi amori nella mia vita. Con l’ultimo ho anche convissuto qualche anno, prima di confessarmi una sera che aveva messo incinta una sua collega di lavoro e che il nostro rapporto era finito!” Il ricordo di quel momento ancora mi turba, bevo un sorso di vino.
    
    “Che bastardo!” commenta lei.
    
    Annuisco ancora: “Già!”
    
    Non so se dirle o meno di Paola. Alla fine glielo dico.
    
    “Prima di trovare lavoro a Milano ho lavorato a Genova. Li ho conosciuto una ragazza …”
    
    Gli occhi di Milena adesso sono sgranati, sembrano due grossi lapislazzuli azzurri fissi su di me. Resta in silenzio. Mi inquieta un po’.
    
    “Abbiamo avuto una storia finché sono rimasta li. ...
    ... Siamo state bene insieme, è stato bello!” commento.
    
    La pelle del volto di Milena diventa rossa come il vino che sto bevendo. Adesso non mi guarda più.
    
    “Va a finire che è omofoba, magari è una ultra-cristiana che vorrebbe bruciarmi.” penso tra me e me, cercando di fare finta di nulla.
    
    “Vado un attimo in bagno.” Me lo indica, sento che il suo tono di voce è strano.
    
    Vado in bagno e mi do una rinfrescata al viso.
    
    Sono confusa, penso a mille cose: “Cazzo Nadia che cretina che sei. Magari domani tutti nell’ufficio sapranno che te la facevi con una a Genova. Ci manca solo che tutti sappiano che sono lesbica!” mi dico a bassa voce davanti allo specchio, mentre l’acqua scorre nel lavabo: “Cretina, cretina, cretina!” mi do dei leggeri colpi sulla testa. Sento che ho nausea. Ho voglia di essere a casa e di mettermi a letto. Ho voglia di vomitare e di piangere.
    
    Ritorno nella sala da pranzo, e quello che vedo mi fa gelare il sangue uscire gli occhi dalle orbite.
    
    Lei non è più seduta a tavola, ma è seduta sul divano.
    
    Solo che è completamente nuda.
    
    Mi guarda attraverso i suoi occhiali dalla montatura nera che fanno da cornice ai suoi occhi di ghiaccio. Le sue braccia cingono le sue gambe ripiegate a livello del suo petto, a coprirle i seni.
    
    “Milena …” riesco a balbettare. Mi scoppia il cuore, ho la seria paura di svenire e di crollare per terra. Che cazzo sta succedendo?
    
    “Nadia …” mi risponde, con un filo di voce.
    
    Mi avvicino a lei piano piano. Sembro un ...