1. La novizia conosce il sesso


    Data: 11/04/2019, Categorie: Lesbo Autoerotismo Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu

    ... penetrata. “Chissà se l’ha mai fatto con un uomo vero”, mi chiesi spontaneamente. Stabilito che era tutto a posto e che a me mancava l’aria per l’emozione, si venne a sedere al mio fianco, sorridente. Poi si abbassò e tirò fuori un borsone da sotto il letto; vi armeggiò e prese un vasetto di crema bianchiccia. – Questo è un unguento canforato, una ricetta assai antica, figliola. Le “streghe”, che spesso erano solo delle fantastiche erboriste, usavano questa crema per rendere la pelle morbida e giovane… pulendo a fondo tutti i pori. Persino le regine la volevano, pagandola a peso d’oro. – mi sorrise dolcemente, – Tu sei tanto bella e fresca, non ne hai bisogno, ma saresti tanto brava da passarne un po’ sul mio corpo… mi fa un po’ male la schiena. – Ma certo, – dissi disponibile, non vedevo l’ora di rendermi utile e pure di accarezzare un po’ la sua pelle. Quella mi sembrava la cosa più bella del mondo, al momento. Suor Carlotta si sdraiò, mettendosi supina. Non mi lamentai nonostante il mio desiderio principale fosse quello di saggiarne i seni enormi e i capezzoloni. Raccolsi un po’ di crema profumata e iniziai a spalmarla sulla sua schiena, dal centro ai fianchi. – Posso salire sul letto, madre? – ero piccina e a sporgermi per toccarla tutta rischiavo di spezzarmela io, la schiena. Ormai avevo preso confidenza con lei e la nostra nudità non mi impressionava più. La stanza era calda e il letto accogliente. Allargai le mie gambe e mi misi a cavalcioni sulle sue: i suoi ...
    ... immensi glutei erano come due colline chiare ma non osavo ancora di toccarli con le dita. Anzi, terminato con la schiena, mi voltai e le carezzai le gambe e persino i piedi. Erano puliti e gentili, nonostante la sua stazza, doveva avere un numero abbastanza piccolo. – Anche un po’ il sedere, per favore. Sto sempre in piedi e mi fan male le giunture. Sei un vero angioletto… Me lo aveva chiesto lei: ora non c’era più niente di male, mi feci coraggio e pian piano, carezza dopo carezza, arrivai alle natiche e… automaticamente la mia vulva si bagnò definitivamente di piacere. Ora mi girava un po’ la testa come se avessi bevuto del vino. Ero euforica, felice, e non sentivo più l’esigenza di trattenermi, di fingere. Sarei sembrata una stupida se, finalmente, non avessi compreso: Carlotta voleva fare sesso… come non lo sapevo bene, ma di sicuro lo volevo anch’io. Le carezzai il culo con voluttà. Mi prendevo sempre più confidenze, mi avvicinavo sempre più all’ano e infine, spontaneamente, lo trafissi col pollice, poi avvicinai l’altra mano e glieli misi dentro tutt’e due, aprendola. La grossa suora s’inarcò nell’estasi e sospirò con un tono ingenuo e infantile, quasi supplicante. Non saprò mai a cosa attribuire la mia sensazione ma nella mia mente qualcosa mi disse che, in quel rapporto anomalo, ero io la dominatrice e lei, la grossa suora anziana, la vittima felice, la sottomessa. – Sì, sì… fammi tua amore. – La monaca aveva capito e si era lasciata andare. – Più giù, ti prego, – aggiunse ...
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