1. Sono la persona che rimugini


    Data: 06/04/2019, Categorie: Lesbo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... mente Brunilde, involata e sparita anch’essa nei ricordi da almeno venticinque anni orsono. Un pomeriggio nella sua camera, intanto che ripassavano le lezioni per preparare l’esame di maturità, Cinzia leggeva e ripeteva cercando di spiegarle la partita doppia, ma Brunilde non smetteva di guardarla, visto che non voleva ascoltarla. Le piantava gli occhi scuri nella bocca, ogni volta che Cinzia cercava di dire qualcosa e la sua mano era ancora e sempre più dentro intrufolata calorosamente fra le gambe:
    
    ‘Che cosa fai?’ – chiese Cinzia imbarazzata, mentre cercava di tirarsi indietro.
    
    ‘Hai paura?’ – le rispose Brunilde, con un’espressione allettante e provocante che solo a vent’anni sa essere così acuta e intensa, perché viaggia nell’incognito e nell’inesplorato in un mondo peraltro tutto da scoprire:
    
    ‘No, figurati, però non capisco’ – aveva balbettato lei, senza tirarsi indietro e subito prima che la lingua umida le entrasse in gola sorprendendola.
    
    Muovendosi come un serpente che s’attorciglia ai suoi denti le succhiava il palato e il sapore, tentò di muovere anche la sua, di ficcargliela in bocca, di farle sentire che non aveva paura, però Brunilde si comportava come un uomo, perché l’agguantò repentinamente torcendole un braccio leccandola dappertutto, nelle orecchie, sul collo e tra gli occhi proclamandole con ardore:
    
    ‘Sei mia, non ti mollerò più’ – le diceva, con la mano sotto la gonna preparandosi per frugarle opportunamente quella deliziosa fica.
    
    Fu ...
    ... quando sentì il suo dito entrarle dentro, che Cinzia trovò la forza di reagire scostandosi con uno scatto. Brunilde malgrado ciò non si scompose, tuttavia non continuò, incominciò invece a leccarsi l’indice dicendole che così bagnata non l’aveva mai trovata gustandosi quel lascivo e vizioso momento. Quel tentativo finì lì e in tal modo anche la loro amicizia, in quanto erano gli ultimi giorni prima della maturità, Cinzia non cercò né le diede più l’occasione di trovarsi da sola con Brunilde, lei senz’insistere comprese, mentre il giorno degli esami orali le scrisse sull’ultima pagina del diario le seguenti parole:
    
    ‘Con te le parole non servono, tu puoi capire. Ti amo’.
    
    In quegli anni Cinzia si era domandata molte volte che cos’era che poteva captare, constatare e presentire. Brunilde non fu mai un reale né un proficuo snodo nella vita di Cinzia, per molti anni nemmeno un ricordo, eppure ripensava spesso a quella frase e quel pomeriggio, per il fatto che le sue mani le erano tornate fulmineamente in mente con prepotenza accalorandola in maniera inattesa. Al solo pensiero di quegli appassionati e fervidi momenti, un’emozione forte la travolse scompaginandole bruscamente le membra, sicché alzò gli occhi verso il soffitto e s’accese una sigaretta, così come se volesse schermare scoraggiando tempestivamente quell’impulsivo e ardente turbamento. Gli alibi, i pretesti e le scuse erano la sua specialità: perché allora quell’imbarazzo e quel lampante e ostacolante ritegno in ogni ...