La gioia
Data: 18/03/2019,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: Apogeo, Fonte: RaccontiMilu
... seni e vedere l’erezione pronta a entrare di nuovo in lei. Pensare a certe cose non poteva lasciarla indifferente. Cominciò a toccarsi, delicatamente. La sua mano si muoveva sulla vulva, mentre apriva la bocca per gemere. Con l’altra mano si palpeggiò i seni, dapprima con un tocco appena percepibile, poi con sempre maggiore passione. Parallelamente, anche l’intensità del movimento sulla figa andò aumentando. Si mise dentro prima un dito, poi due. Aveva gli occhi chiusi e immaginava Emanuele che le faceva compagnia nella doccia, divertendosi insieme a lei in diversi giochi erotici. Il ritmo del ditalino raggiunse l’apice. Gioia sussurrò:’ Sborrami ovunque” mentre il suo cervello le proiettava l’immagine di Emanuele intento a irrorarla con il suo seme. Venne, e l’orgasmo si manifestò in un urlo.
Emanuele aveva ancora in bocca il sapore della figa di Gioia e in testa il ricordo della scopata furtiva consumata nei bagni dell’ufficio, quando decise di frugare nel profilo social di lei. Si sedette al tavolo ed accese il laptop. Una volta avuto accesso al suo account sul popolare social network che interconnetteva milioni di persone, inserì il nome di Gioia nel motore di ricerca interno. Scartate alcune omonime, selezionò il profilo desiderato. L’avatar raffigurava Gioia sorridente, abbracciata ad un uomo più vecchio di lei, per le vie di una capitale straniera. Emanuele fece una smorfia di contrarietà. Andò alla galleria e comincio l’esplorazione. Vi erano foto scattate al ...
... chiuso e altre all’aperto, foto con il compagno, gli amici e i genitori. Erano tutte collegate da una costante: l’incontrastata bellezza di Gioia. La fiammante carica erotica che sprigionava seminuda al mare si riproponeva, pressoché inalterata agli occhi di Emanuele, anche negli istanti di vita catturati al pub con le amiche o a casa dei suoi per una ricorrenza. Una foto lo rapì: era in campagna, dietro di lei si stagliava un edificio colonico in mattoni grigi. Era una giornata luminosa e ventosa. I suoi capelli svolazzavano in disordine, ma lei fissava l’obiettivo con occhi scintillanti e sorrideva. Emanuele si disse che quella foto era un’opera d’arte, perché l’autore era riuscito a massimizzare la potenzialità del soggetto. Aprì la barra dei comandi e premette “Stampa”. Dopo pochi secondi la foto era impressa su carta. Non c’era niente di turpe in quello che si apprestava a fare. Era il suo modo solitario per approfondire il legame con lei. Si tolse pantaloni e mutande e afferrò il pene, la cui erezione era a buon punto. Fissò il meraviglioso viso di lei e fantasticò sul seno che si intuiva sotto il vestito. Mentre si masturbava, combinò la seducente immagine di lei con il ricordo della penetrazione di poche ore prima. Raggiunse il massimo della durezza. Pensò che aveva avuto il privilegio di baciare quella bocca e di toccare quel seno. Sarebbe successo ancora ed avrebbero avuto più tempo e maggiore comodità a loro disposizione. Lo sperma bagnò il foglio, alla fine.