Lo spilungone
Data: 07/03/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: S.V. Strange, Fonte: EroticiRacconti
Quando entri in una discoteca, le prime persone che attirano la tua attenzione sono due. Il buttafuori che sta all’ingresso, e chi sta nel guardaroba dietro a un bancone fra borse e giubbotti. Non era la mia prima serata in una discoteca gay, ma di sicuro sarebbe stata quella che, nella mia mente da studente universitario, si sarebbe impressa a fuoco fra le circonvoluzioni cerebrali.
Il buttafuori: solito ragazzone pieno di muscoli in giacca e cravatta. Fin troppo cliché sia per un racconto erotico, che per una storia di vita vissuta. Passiamo al guardaroba. Merda. Un mio ex flirt durato mezza serata che ancora cercava il secondo round. Iniziano i saluti. Arrivano i convenevoli, che piuttosto una lavanda gastrica al napalm. A te il giubbotto. A me il ticket, ed ecco i soldi. Grazie e a dopo o meglio di no. Passa il giubbotto a un ragazzetto dietro di lui alto almeno 1.90. Magro. Molto magro. Merda 2.0. Punto nel vivo. Mi guarda, lo guardo, e nelle nostre menti capiamo entrambi che quello sguardo sarà solo il primo di una lunga serie quella sera. Esco dalla camera da letto nella quale lo avevo già steso sul materasso strappandogli la maglietta, e torno nel mondo reale. Come un pugile che ha appena ricevuto un montante ben assestato, vado verso il bar, dove la mia amica e grande complice di infinite serate (buona parte delle quali fallite miseramente), mi aspettava facendo la fila per bruciare la prima consumazione. Testuali parole sono uscite dalla mia bocca: credo di aver ...
... avuto il più intenso contatto di sguardi della mia vita, stasera ti lascerò sola, sappilo. Mi prende per il culo, e ha ragione. Ma sticazzi. Sono un sognatore, lasciami vivere nelle mie illusioni.
Terminata l’attesa per il primo cocktail annacquato della serata, andiamo verso la terrazza della discoteca. Ovviamente passiamo davanti al guardaroba. Ovviamente cerco il suo sguardo. Ovviamente lo ottengo. E ovviamente non lo mollo mai, nemmeno mentre schivo orde di ballerini fin troppo improvvisati. Una volta fuori mi rendo conto che anche lui è uscito. Da solo. Sta con la schiena contro la parete. Accende una sigaretta e soffia via il fumo tirando indietro la testa, come fanno i cattivi ragazzi. Riabbassa la testa. Ed è qui che mi sento letteralmente violentato con gli occhi. Non mi molla mai. Io non lo mollo mai. Quel cazzo di spilungone aveva attirato la mia attenzione, e mi aveva fatto suo dal primo sguardo. Finisce la sigaretta senza mai togliermi gli occhi di dosso. Torna dentro. Io seguo e mi avvicino. Ci sorridiamo e mi parla. Che cazzo ha detto? Non lo so, col casino della discoteca non capisco cosa dica, ma intuisco che vuole ballare. Inizia questo lungo preliminare che entrambi vorremmo saltare, perché sappiamo già cosa vogliamo, e sappiamo anche che lo vogliamo subito. Come ha detto quello, si farebbe molto prima se lei(lui) tornasse vestita(o) soltanto del bicchiere. Dopo un po’ mi rompo e gli chiedo se vuole fare un giro fuori, almeno avremmo potuto chiacchierare ...