1. Nascita di uno schiavo – sogni di un ragazzo


    Data: 17/02/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Maurocollant, Fonte: Annunci69

    Breve storia, non è un racconto, è solo la descrizione dei miei desideri, delle voglie, delle sensazioni che negli anni ho cresciuto, maturato, purtroppo senza esperienza diretta...
    
    Da ragazzino per le mie fantasie sessuali esistevano solo due possibilità, o il catalogo Postal Market, oppure, in modo più mascherato, le pagine dell’enciclopedia nelle quali le foto di opere d’arte dei grandi maestri del rinascimento, o comunque in genere dell’arte pittoria, nascondevano spesso immagini di puro erotismo.
    
    C’era l’immagine di un quadro, in particolare, che attirava la mia attenzione adolescenziale, un quadro di Luca Signorelli, il “giudizio Universale”. Forse, nell’idea dell’artista, quell’immagine doveva rappresentare la paura dell’ultimo giorno, l’angoscia del peccato, ma in me, invece di un’immagine di paura, esercitava un fascino particolare, un’attrazione di ciò che desideravo.
    
    Quel diavolo al centro del dipinto, che porta sulla schiena una donna, probabilmente destinata alla dannazione perpetua, non era l’immagine di un castigo, per me era l’immagine di qualcosa di piacevole, di un desiderio che nella mia mente di ragazzino, rappresentava un desiderio.
    
    Mi chiudevo in bagno, mi spogliavo, avevo con me quel volume dell’enciclopedia dove sapevo di poter trovare quell’immagine, e mi eccitava l’idea di essere prigionierio di quel diavolo, di essere nudo a contatto della sua schiena, nuda, di venir trasportato negli inferi, e là di poter godere della mia voglia di ...
    ... essere oggetto di quel diavolo e degli altri suoi compari più in basso nel dipinto...
    
    Strano che mi attirasse quella situazione che, invece, avrebbe dovuto mettere paura, angoscia, timore, io provavo l’esatto contrario, il desiderio di essere dentro quell’immagine e di vedere quella cosa come un premio per le mie voglie e non come un castigo.
    
    Già, un premio, l’essere portato negli inferi dal diavolo per me doveva essere un premio, e l’eccitarmi con quell’immagine mi portava a infliggermi punizioni che mi sembrava di meritare, mi legavo alla vita uno spago stretto da far male, legavo i miei testicoli fino a sentire dolore, usavo un cucchiaio di legno per autoinfliggermi punizioni che dovevao darmi l’idea di ciò che mi spattava ma, soprattutto di ciò che mi meritavo e, meglio ancora, di ciò che desideravo.
    
    Avevo dodici, tredici anni, inconsciamente realizzavo che il mio ruolo era quello, che il mio desiderio era essere uno da punire, uno schiavo, un essere inferiore, da umiliare. Non importa quale fosse la punizione che mi autoinfliggevo, l’importante era che nella mia mente fosse qualcosa che mi faceva umiliare e nella mia mente l’umiliazione la dovevo provare di fronte a quella platea di diavoli lussuriosi e di altri dannati che il dipinto mi richiamava.
    
    E così con la fantasia immaginavo quale situazione si potesse creare in un ambiente così lussurioso e l’idea che più mi piaceva era quella di vivere una situazione come quella riprodotta dal dipinto, essere portato ...
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