1. Una fidanzata gelosa


    Data: 29/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Caged_man, Fonte: RaccontiMilu

    ... tempo di riprendersi un po’. Quando fu finalmente libero cominciò a massaggiarlo con una lentezza estenuante. In 10 secondi l’avevo duro come il marmo. Laura però non aveva fretta, voleva giocarci un po’ prima, dopotutto era reduce da ben 4 orgasmi ed aveva bisogno di un attimo di tempo per riprendersi. Lo lubrificò notevolmente e cominciò un massaggio leggero lungo tutta l’asta del mio cazzo. Ogni tanto si avvicinava con la bocca, lo copriva di baci e slinguazzate, accelerava il ritmo del massaggio per qualche colpo, e quando si accorgeva che ero prossimo al limite rallentava. Io ero in estasi, anche se avrei desiderato completare con un orgasmo più rapido l’azione. Laura cogliendo la situazione si avvicinò al mio orecchio sussurrando “Tieni duro, non venire, voglio che prolunghiamo al massimo questa scopata, abbiamo tutto il tempo che vogliamo…” Si divertì a portarmi al limite più e più volte, mi fece sdraiare sul letto e si mise a cavalcioni su di me. Cominciò a passarsi il mio cazzo disperato sulla fessura colante, senza mai farlo entrare completamente, lo sfregò e lo batté sul clitoride ancora duro, poi si abbassava prendendolo in bocca in profondità pompandolo con passione. Io ero al limite e non resistevo oltre. Laura capì e se lo fece scivolare dentro. “Stai fermo, lascia che faccia io, resisti fino a quando te lo dico io”. Cominciò a muovere lentamente e sinuosamente i suoi fianchi, accompagnandoli da un lento movimento su e giù. Nel frattempo comprimeva le ...
    ... pareti della vagina come per risucchiarlo. Non so come stavo riuscendo a controllarmi, ho sempre sofferto di eiaculazione precoce, in pochi minuti solitamente arrivavo, ma quella volta ci stavo riuscendo. Stavo sentendo l’orgasmo salire dal profondo dei mie piedi, quando successe una cosa inaspettata. Squillò il telefono di Laura, interrompendo la nostra azione. Lei rispose e la vidi rispondere preoccupata ed incupirsi. Si sfilò da me e si precipitò in bagno. Era sua madre che le aveva comunicato che la nonna aveva avuto un infarto e l’avevano ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Mi disse di rivestirmi che doveva andare. Io deluso e frustrato non osai contraddirla. Avevo una necessità disperata di venire, ma non sarebbe stato delicato chiederle di finire prima quello che stavamo facendo, oppure di completarlo da solo con una sega. Sarei sembrato un insensibile. Si fece una doccia veloce e tornò in stanza per rivestirsi. E lì mi stupì. “Cosa fai ancora nudo, rimettilo in gabbia e rivestiti che io devo correre da mia nonna, non penserai che ti lasci libero in quelle condizioni, saresti capace di andare a farti qualche stronzetta del tuo harem!” . Frustrato e deluso obbedii senza obiettare, a fatica riuscii a fargli perdere consistenza e a rinchiuderlo in gabbia. Il tutto avvenne sotto la sua supervisione attenta. “Riprenderemo il discorso da dove l’abbiamo lasciato quando ritornerò, pensi di poter resistere fino ad allora?”
    
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