1. Maria leonia


    Data: 19/02/2018, Categorie: Etero Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69

    Le vibrazioni e il frastuono della corriera, che procede pigra e lenta lungo il vialone lastricato di cubi di porfido, fanno scuotere le rotondità adipose di Maria Leonia, strizzate nel vestito a rombi neri e marrone.
    
    Il sedile di formica, le ha inciso un solco rosso dietro alle cosce burrose, osserva pensierosa i piedi grassottelli, nei sandali di plastica rossa, e il pavimento , segnato da scanalature scure, interrotte solo da due cornici quadrate, forse due sportelli per l’ispezione.
    
    I vetri malfermi nel loro telaio di alluminio opaco emettono un rumore sordo e alternato, che si sovrappone a quello del motore, celato in un cofano grigio, posto a lato del guidatore.
    
    Una donna alta e magra, con i peli sulle gambe, vestita da contadina, confabula con l’autista, che ogni tanto toglie lo sguardo dal vialone per osservare la sua interlocutrice.
    
    Oltre al bigliettaio, mezzo addormentato e appollaiato sul suo strapuntino, i gomiti appoggiati sul tavolinetto, il blocchetto dei biglietti rossi e verdi, lo sguardo perso nel vuoto, è l’unica passeggera dell’ultima corsa serale della corriera, quella con il numero cinque barrato.
    
    Tutte le sere tranne la domenica, è il suo viaggio di ritorno dal lavoro, verso il bilocale con bagno in comune, che occupa in un vecchio palazzone di periferia.
    
    Fa la donna delle pulizie nella casa di certi signori, un grande appartamento in centro, sono in tre a lavorare, la cuoca, lei, e una ragazzotta che si occupa solo delle esigenze ...
    ... della signora.
    
    Maria Leonia è una che si accontenta di poco, e che non ha grandi aspettative dalla vita.
    
    Ultima nata di una infinita schiera di marmocchi, figlia di braccianti di pianura, non è mai stata una gran bellezza, sempre un po’ troppo grassa, le gambe tozze, il seno flaccido, il culo troppo basso e voluminoso.
    
    Durante le serate nelle balere, quasi mai nessuno la invitava, passava quelle ore che avrebbero dovuto essere spensierate, a soffrire, vedendo le sue amiche, avvinghiate ai ragazzi del paese.
    
    Nonostante tutto, uno che l’ha voluta c’è stato, Carmelo, un muratore calabrese trapiantato, si sono sposati con la festa ed il vestito, persino il viaggio di nozze con la Seicento, nel paese natale dello sposo.
    
    Lui fin da subito si dimostrò molto focoso, e dopo la prima notte in cui lei perse il privilegio di poter essere chiamata immacolata, prese a montarla tutte le sere, con sistematica applicazione.
    
    Voglio tanti figli, era il ritornello che si sentiva dire, dopo che si erano accoppiati, sempre allo stesso modo, nella stessa posizione, lei sdraiata con le grasse cosce spalancate, e lui che le entrava dentro, pochi colpi e si accasciava senza uscire.
    
    Carmelo diceva che quello era il modo per accoppiarsi, quello delle donne timorate, che pensano solo a far godere il marito e a mettere in cantiere una creatura.
    
    Ma la creatura non veniva, nonostante l’impegno del muratore, la colpa di sicuro era della donna, forse non adatta per figliare.
    
    Infatti ...
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