Il Destino, come un camion rumeno in un parcheggio in una sera di tarda estate…..seconda parte
Data: 15/01/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: scopertaeros69, Fonte: RaccontiMilu
Parte seconda di quattro
Eppure gli occhi non possono averla ingannata, possibile che il desiderio di sentirne nuovamente addosso le mani, la furia di lui, il piacere misto a dolore che la libera ogni inibizione, le facesse vedere qualcosa che non c’è?
La sconosciuta armeggia dentro la borsa e le sue mani ora non sono visibili, mentre vi rovistano all’interno,.
Chiara si risolse di essersi immaginata tutto in fondo, era comprensibile, poco più di un ora e avrebbe riabbracciato il suo padrone, l’uomo che dopo tante prove l’aveva portata sul sentiero che aveva rivelato la sua vera natura di sottomessa dedicata al suo unico signore e padrone.
Prima di allora molte storie inconcludenti e uomini mai veramente all’altezza di quel ruolo, ‘uomini’ per l’appunto, all’inizio con il suo master si era sentita inadeguata, piena di limiti indegna di lui, ma aveva lavorato sul suo carattere e si era sottomessa giorno dopo giorno a tutte le prove a cui lui l’aveva sottoposta, addestrata ed alla fine ora era fiera di essere la sua unica donna la sua unica slave.
L’unico cruccio erano questi incontri così, brevi intensi fatti di partenze di arrivi di qualche giorno di passioni intense, e poi di nuovo telefonate, chattate, prove e compiti da eseguire scrupolosamente sino alla volta successiva.
La sconosciuta aveva smesso di rovistare nella sua borsa, ed ora era tutta intenta a mandare messaggi attraverso il suo smarthphone, nell’abitacolo ora c’è anche un altro ...
... odore, familiare, un odore buono di pelle, di cuoio, l’odore familiare delle polsiere e dei lacci che il Padrone le fa indossare ogni volta; l’immaginazione fa brutti scherzi ora anche l’odore…possibile che il desiderio sia così forte da provocarle le allucinazioni?
Non è un cattivo odore, anzi, sa di buono, sa di forza, di bello…
Si guarda intorno come se potesse localizzarne la fonte di questo odore che c’è ed è persistente, arriva ad alzarsi facendo finta di cercare qualcosa nella sua valigia per capire da quale parte dell’angusto scomparto proviene questo odore ma nulla…eppure…eppure diviene più forte ogni volta che si sposta impercettibilmente verso la nuova arrivata e il suo bagaglio.
Quest’ultima quasi non fa caso a Chiara intenta com’è a mandare e rispondere a messaggi, mascherando mezzi sorrisi, ora le sue mani sono bene in vista però e meccanicamente ripete lo stesso gesto, la sua mano va al collo toccando sotto il foulard.
La sconosciuta ha all’anulare un anello dal design molto moderno, in acciaio, un semplice anello di acciaio lucido sormontato da un altro anello incernierato libero.
Francesca lo riconosce per quello che è : un anello da schiava.
Dunque non era impazzita, forse la donna che ora divideva il suo scomparto era davvero una sottomessa come lei e forse come lei stava viaggiando per andare a incontrare il proprio padrone, e quell’odore di cuoio, quell’odore che lei associa indissolubilmente alla passione alla ...