1. Soluzione anomala


    Data: 14/01/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... che si deve scopare più che amare. In quella parete della c’era un incavo, dove la videocamera non riusciva a raggiungere la corretta angolazione, non potevamo essere visti, cosicché lui mi trascinò di forza là perché con le spalle rivolte al muro iniziò a baciarmi. La mia voglia aumentava, per il fatto che captavo mentre premeva contro la mia gonna:
    
    “Dai facciamolo qua” – mi esortò lui invasato, io gli negai quell’atto con fermezza, nonostante l’immensa voglia m’aveva invaso. Risposi di no lasciando che lui iniziasse a denudarmi, perché nell’istante più bello e propizio lo bloccai. Stavamo vaneggiando ambedue per la smania, eravamo completamente sudati, ma tornammo presso la sala delle macchine. Là dentro eravamo da soli, gli altri operai del turno del sabato sera erano pochi e per di più molto distanti, io lo seguivo così come farebbe un cagnolino devoto e fedele, fu allora dietro un macchinario di ferro lucido, che lui mi brandì nuovamente per i fianchi sollevandomi la gonna:
    
    “Giuliana, prendilo, stavolta credo che non rifiuterai, non te ne pentirai di certo” – mi proferì lui aizzato in modo eloquente, io manifestamente in maniera impertinente e irriverente dissi di no, ma in compenso iniziai a masturbargli il cazzo squadrandolo negli occhi per prolungare il suo piacere, facendolo ancora acutamente e destramente penare un poco.
    
    Io inizio a pigliarglielo in bocca, trascorre soltanto qualche minuto, eseguo pochi movimenti, perché riesco a scansarmi per tempo, ...
    ... giacché in modo impetuoso e irruente arriva di sorpresa la sua bella ed esuberante sborrata finale: tre bei corposi schizzi di sperma m’irrorano la salopette, il quarto m’arriva abbondante sul mento accompagnato dal suo lussurioso e sfrenato gemito di godimento, mentre io gli sfrego competentemente con le dita i testicoli massaggiandoglieli accortamente, amplificando ingegnosamente in tal modo il suo personale benessere, fintanto che m’accingo nel leccare con le dita quel saporito denso liquore biancastro.
    
    A ogni buon conto ci fermammo all’istante, poiché eravamo in un punto troppo visibile, da un momento all’altro il capoufficio sarebbe potuto tornare per verificare la situazione, sennonché mi ricomposi alla svelta, non appena saltai giù dal tettuccio della macchina, il principale entrò prorompendo:
    
    “Che cosa combinate qua ragazzi? Adesso potete anche andare via, la notte è appena iniziata” – sorridendo e strizzandomi nel contempo l’occhio senz’aggiungere altro, avendo formidabilmente intuito le nostre peripezie, sconvolgendo in ultimo gli eventi dentro quello stabilimento.
    
    Nel tempo in cui ci allontanavamo, venne a salutarmi aggiungendo in modo astuto, calcolatore, malpensante e piuttosto sagace:
    
    “Nessun pericolo, le telecamere hanno sia le braccia mobili che pieghevoli anche se non parlano, per quanto mi riguarda però nessuna tragedia né situazione dolorosa da notificare” – mi riferì il capoufficio, sogghignando in maniera allusiva, scaltra, smaliziata e velata, ...