1. Giornata incomparabile


    Data: 08/01/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Oggi &egrave una giornata di tarda primavera con un sole caldo, un cielo azzurro e limpido, che cosa c’&egrave di meglio per un fare una gita escursionistica? L’aria di montagna a dire il vero &egrave graffiante, tagliente e per di più ventilata, però si cammina bene e la tua compagnia non mi fa sentire per nulla la fatica. Al momento stiamo rientrando, allora io insisto perché tu scelga un percorso diverso da quello dell’andata, dato che non conosco i tuoi posti voglio perciò approfittare del tuo ruolo di guida, perché in fin dei conti al mare sarei io a doverti fare da conduttore, no?
    
    Tu hai scelto un sentiero più difficile, tuttavia io sono in grado di starti dietro, beh, magari sbuffo un po’, ciononostante ce la faccio. Superiamo un ruscello, c’inoltriamo in una macchia d’alberi, sbuchiamo in una piccola radura incorniciata da lembi del bosco tagliati da un altro piccolo corso d’acqua e con la scusa di fare qualche foto di quest’angolo così suggestivo ti convinco per fermarti, però in realtà sono un po’ stanco e voglio riposarmi brevemente:
    
    ‘Si nota in modo netto che sei un individuo che soggiorna al mare, perché voi non siete abituati a gironzolare’ – esordisci tu punzecchiandomi.
    
    Io in quella circostanza t’ignoro tralasciando di netto in disparte i tuoi benevoli e comprensivi tentativi di prendermi in giro e senza il minimo senso di colpa mi siedo sull’erba ai piedi d’un grosso albero di faggio, fingo con l’intenzione di farmi un sonnellino distendendo le ...
    ... gambe e appoggiando la schiena con la testa verso il tronco e chiudendo gli occhi tu mi manifesti:
    
    ‘Su, fannullone, dai alzati che andiamo’.
    
    Io faccio finta di niente e mentre tu vieni di fronte per continuare a sgridarmi io mi muovo velocemente, allungo il braccio verso il piccolo corso d’acqua accanto all’albero e ti spruzzo. Tu fai un salto indietro, ma soltanto uno, così ho il tempo di raccogliere la mano a modo di cucchiaio e tirarti un bicchiere d’acqua addosso, in quanto per pura fortuna ti bagno proprio la canottiera sul seno. Il tessuto sottile diventa in brevissimo tempo trasparente e s’intravedono le areole appena più scure, poiché l’acqua fredda t’ha immediatamente fatto reagire i capezzoli, in quanto spuntano sotto il cotone:
    
    ‘Uffa, che bambino che sei’ – mentre tu sbotti in un modo quasi scocciato.
    
    Tu vieni più vicino con i piedi ai lati delle mie gambe, con le mani sui fianchi e con l’espressione scrupolosa da capo scout, ma io con un rapido scatto t’afferro le ginocchia e tu finisci cascando sulle mie gambe:
    
    ‘Adesso, come la mettiamo tesoro? Che cosa vuoi fare, mi vuoi sgridare? Non mi sembra che lo scherzo ti sia per niente dispiaciuto. E lì invece, che cosa c’&egrave che spunta?’ – specificando e osservando là quei capezzoli irrigiditi, dopo li palpeggio con la punta delle dita pensando di metterti in difficoltà, invece mi danneggio irrimediabilmente da solo.
    
    La canottiera bagnata, i capezzoli intirizziti, il tuo sguardo insistente hanno creato ...
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