1. Compito in classe di matematica


    Data: 01/01/2019, Categorie: Etero Autore: mario40, Fonte: Annunci69

    ... vergogna iniziale ti potrei dare delle gocce che hanno un leggero effetto inibitorio e, comunque, al primo appuntamento a casa del professore ti accompagnerei io. Si o no, dimmelo… Ti vergogni ? Preferisci perdere l’anno…”.
    
    “Certamente no…” risposi.
    
    Mi aveva messo in uno stato di profonda confusione mentale, di disagio psicologico, di turbamento, di disorientamento, e di perplessità: togliermi il reggiseno, le mutandine; rimanere nuda per essere vista e palpeggiata in tutte le maniere…e ovunque sul mio corpo, da un professore in cambio di un 9, un 9 che sarebbe stato il voto di matematica anche nella pagella di fine anno. La fica, pensai, me l’avevano vista già un paio di volte, ma dei miei coetanei, non un cinquantenne, però…però…mi sarei vergognata, rimanendo nuda…ma poi avrei anche goduto, come mi assicurava Sara.
    
    La risposta la diede il mio inconscio, senza pensarci più a lungo.
    
    “Si ! Siii Sara, faccio come mi consigli…mi tolgo le mutandine…Cosa debbo fare, dimmelo subito, prima che cambi idea”.
    
    “Brava Enrica. Hai preso la decisione giusta…credi a me… Domani mattina…senti bene quello che ti dico… Domani mattina va pure a scuola, però mettiti nel primo banco che si trova di fronte alla cattedra. Chiedi il permesso alla tua compagna che lo occupa. Quando il professore vi ha dettato il compito in classe, per 15 minuti fa finta di scrivere, poi incomincia a volgere il tuo sguardo verso il professore e quando sei sicura che ti stia guardando… un momento – ...
    ... scusami – prima di incominciare il compito in classe, però, va un attimo in bagno e togliti le mutandine. Come ti ho detto prima, incomincia a fissare il professore. Quando vedi che ti sta guardando, sorridigli e, tirandoti su la gonna, in modo che lui possa vedere meglio, inizia ad allargare le cosce, aprendole e chiudendole, come ti ho già detto, per alcuni minuti. Quando sei certa che ti abbia visto, visto tra le gambe, sempre sorridendo, ti alzi e gli consegni i fogli del compito con dentro il biglietto che ora ti scrivo.”
    
    Sara, intanto, stava scrivendo su un foglio di carta.
    
    Meno di due minuti dopo me lo consegnò. “Domani mattina mettilo tra i fogli del compito in classe e consegnalo nelle mani del professore. Quando ha i fogli tra le mani fagli un sorriso e dille .” Professore la mia amica Sara mi ha pregato di salutarla”.
    
    Aprii il foglio e lessi: “Caro professore Enrica è una mia carissima amica che ha bisogno del suo aiuto. Sarà molto carina con lei, come lo sono stata io, però non sia troppo esoso, sa a cosa mi riferisco, è ancora molto, troppo, giovane e inesperta. Mi dica, chiamandomi con il telefonino, cosa intende fare. Se è interessato alla cosa da lei l’accompagno io. Ciao. Sara”.
    
    “Sara, scusami, ma se vado a casa sua cosa dovrò fare?”,
    
    “E’ un gran porco, e te lo dico perché a casa sua, mio malgrado, ci sono andato molte volte. Dovrai essere carina, tra virgolette – intendi ? – e accontentandolo un po', come ti ho detto prima. Sicuramente ti chiederà ...
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