1. Quando fui scoperta enfemme


    Data: 26/12/2018, Categorie: Trans Autore: DianaLugano, Fonte: Annunci69

    E’ ormai la sera di una giornata di fine estate. Chiudo a chiave la porta della bottega per impedire l’entrata ai clienti più imbecilli che immancabilmente arrivano alla chiusura e che mi trattengono ancora per un’ora oltre l’orario di lavoro.
    
    La serranda no: la abbasserò più tardi, quando uscirò.
    
    Sono finalmente solo e mi concedo un momento di distensione. Mi svacco sulla morbida poltrona che invita il mio corpo a distendersi.
    
    Mi prendo il tempo e mi godo questo attimo sgombro da pensieri.
    
    La mente mi riporta a qualche anno fa quando adoravo travestirmi. L’idea di quei tessuti morbidi che avvolgono il mio corpo glabro mi elettrizza. Mi alzo e prendo una scatola nella quale ho nascosto tutto l’occorrente e in un battibaleno mi ritrovo vestita di tutto punto: calze autoreggenti a rete, uno slip morbido e trasparente a brasiliana che esalta i glutei muscolosi e (purtroppo) troppo magri, minigonna, reggiseno con protesi in silicone, parrucca e tacchi vertiginosi.
    
    Mi specchio ed ammetto di essere una figona pazzesca. Grazie al mio corpo alto e snello sembro in tutto e per tutto una donna con la D maiuscola. Decido di andare oltre… dai, dalla busta estraggo due magnifici orecchini a clip… sono due cerchi grandi ed una collana lunga che valorizza la camicetta in tulle nero trasparente. Dai, visto che ci siamo indosso anche le ciglia finte e mi metto il rossetto.
    
    Faccio qualche passo nel retro bottega e mi sento regina eretta su quei tacchi alti. Cammino avanti ed ...
    ... indietro. Mi sento bene ed eccitante al punto giusto, piuttosto sexy-elegante e non volgare. Una nuova energia mi invade: mi sento perfettamente donna, attraente, desiderabile e di colpo inizio a sentirmi più fresca e meno stanca.
    
    Ma ecco l’imprevisto: sento bussare alla porta!
    
    Faccio finta di nulla e mi nascondo sperando di non essere scoperta. Le luci accese però lasciano chiaramente intendere che qualcuno ancora c’era.
    
    Il cuore batte all’impazzata, la paura di essere scoperta da una parte, ma anche l’eccitazione di potermi sentire davvero donna in pubblico dall’altra.
    
    Spio per capire chi, con tanta insistenza, vuole entrare: vedo una bella donna sulla cinquantina perfettamente abbigliata… gran classe, alta, magra, molto alta e spallata. Gambe da urlo e la gonna aderente fino a sopra il ginocchio delineava due fianchi generosi.
    
    Sto impazzendo: in modo decisamente irresponsabile esco dal magazzino con l’obiettivo di spiegarle che il negozio è chiuso.
    
    Lei insiste, da dietro il vetro mi grida che è importante, si trattava solo di ritarare un oggetto per il suo compagno e che non sarebbe potuta tornare domani.
    
    Colma di imbarazzo giro la chiave nella toppa imponendomi di parlare a bassa voce sperando di coprire al tonalità troppo maschile.
    
    Una volta dentro la signora con disinvoltura (e senza scusarsi per l'ora tarda) chiarisce che deve ritirare un articolo già riservato.
    
    Faccio cenno di assenso con la testa (non parlo); mi reco nel retro e guardandola ...
«123»