L’insenatura gioiosa - 01
Data: 26/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: zortonaldo, Fonte: Annunci69
Eravamo su una spiaggia deserta ed era tutta per noi.
Il posto ci era stato segnalato da Erminia, la giovane donna che lavorava al bar dove facevamo colazione.
Avevamo preso alloggio in una piccola pensione in un piccolo paese arroccato sulla montagna che si tuffa in mare.
Il prezzo era estremamente conveniente però i pasti erano esclusi.
«Se prendete la strada panoramica verso ovest, dopo il quinto chilometro, vedrete uno spiazzo di terra battuta e ghiaia. Lasciate lì la macchina e attraversate. Da lì parte il sentiero, fatto a gradini scolpiti nella roccia, che conduce verso il mare. Tenetevi alla fune d'acciaio perché è molto ripido!»
«E ne vale la pena?»
«Sì, vi ritroverete in un piccola rada. La spiaggia è sabbiosa e alle vostre spalle rimane una pineta, nel caso vorrete un po' di ombra, quando il sole sarà alto. Portatevi la colazione al sacco e tanta acqua!»
Io e Antonella, la mia compagna, ci scambiammo uno sguardo di intesa e ci organizzammo per passare la giornata in quella insenatura.
Giunti sul fondo, non potemmo che indirizzare ad Erminia un nostro ringraziamento per la dritta: la spiaggia, a forma di mezzaluna, era lunga circa ottanta metri e larga quindici. Ai lati, ben piantati nel mare, come torri di una fortezza, c’erano due faraglioni di roccia nera.
Distendemmo i nostri teli e io avvitai nella sabbia la trivella di plastica in cui infilare l’ombrellone.
Antonella si distese sulla pancia e io mi misi semisdraiato ...
... sorreggendomi sui gomiti a fissare i riflessi dell’acqua che, calma, sciabordava.
«E se prendessimo il sole nudi?» buttai lì con tono casuale.
«Cos’hai in mente?» chiese Antonella da sotto il suo ampio cappello di paglia.
Non riuscii a trattenere una debole risata.
«Sei sicuro che siamo soli?»
Mi guardai attorno e sollevai anche lo sguardo verso il punto da cui eravamo scesi. Valutai che non era possibile scorgere la spiaggia da lassù, la pineta copriva la zona dove ci eravamo piazzati.
«Soli, solissimi!» dichiarai.
«Allora spogliami.»
Le slacciai il reggiseno del costume e poi le sfilai gli slip.
«La posso incremare, signora?» chiesi.
«Lei DEVE incremarmi, caro signore!» rispose lei sorridendo.
Prima di recuperare il tubetto dell’olio solare, mi spogliai incurante, anzi, compiaciuto della mia crescente erezione. Dopodiché mi dedicai alla pelle della mia donna.
«Ollalà!» disse lei, dopo che ebbi finito. Si era voltata e aveva notato che la sua nudità non mi era rimasta indifferente.
«Signora, è lei che mi fa questo effetto.» dissi.
Antonella allungò una mano e mi strinse il cazzo. Mi accostai perché me lo prendesse in bocca. Lei tirò la pelle per scappellarlo e vi fece colare un filo di densa saliva che poi distribuì con la mano. «Divento matto a guardarti quando fai così... Cazzo!» mormorai.
«Lo so e mi diverte!»
«Ti diverte?»
«Mmmm, sì...»
«Nient’altro?»
«Verificalo...» mormorò Antonella che si era messa su un fianco. Piegò la ...