1. Così finì


    Data: 07/12/2018, Categorie: Anale Hardcore, Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    Come io dico spesso, io sono una macchina umana di sesso . Il mio uccello è sempre pronto ad arare un giovane culo affamato e caldo.
    
    Era il 4 luglio 2009, una giornata calda ed umida. Una buona scusa per jeans corti ed una t-shirt bianca senza maniche. Nulla sotto i jeans e dovevo stare attento che la cappella non scivolasse fuori. Dannato caldo!
    
    Il parco era uno zoo umano, ma una volta arrivato al lago la folla diradò. Mi diressi alle rocce intorno all’acqua, mi guardai intorno ma non c’era il genere di ragazzi che desideravo.
    
    Poi lui era là, biondo cenere, magro ma con braccia, cosce e polpacci ben fatti e piccoli Speedo bianchi che coprivano uno stomaco piatto ed un culo incredibile. Era su di una roccia e stava guardando le barche sul lago, con la una guancia appoggiata alla mano ed occhi chiusi. I suoi vestiti erano ammucchiati vicino a lui.
    
    Mi guardai intorno e vidi un'altra roccia a circa 5 metri da lui in linea con la direzione in cui avrebbe guardato quando avrebbe aperto gli occhi. Mi sedetti, aggiustai la mia protuberanza in modo che la cappella facesse capolino dai pantaloncini e poi finsi di guardare i barcaioli, ma con la coda dell’occhio guardavo lui.
    
    Lui si stirò e si tirò su sui gomiti, si guardò intorno e mi accorsi che mi aveva notato; ero molto figo.
    
    Rotolò su di un fianco girandosi verso di me. Finsi di non vedere che si strofinava l’inguine e tornava a stirarsi. I peli delle sue ascelle erano di un biondo più scuro. Sì! Mi spostai ...
    ... come casualmente solo un po' in modo che il mio inguine fosse di fronte a lui e nel farlo un po’ più del mio uccello scivolò fuori. Continuavo a guardare il lago.
    
    Lui si strofinò la protuberanza, l'aggiustò ed il contorno del suo attrezzo, che si stava ingrossando, ora era chiaramente visibile. Il mio uccello pulsò involontariamente e scivolò ulteriormente fuori. Mi chinai in avanti coi gomiti sulle ginocchia in modo che potesse vedere bene l’inguine. Continuai a guardare lontano e poi, gradualmente, nella sua direzione. Quando i nostri occhi si incontrarono lui sorrise lievemente ed accennò col capo. Io accennai col capo in risposta, poi rivolsi di nuovo la mia attenzione al lago. Restammo così forse per 5 minuti. Poi lui si alzò, si stirò, raccolse la sua camicia e venne lentamente nella mia direzione.
    
    “Tranquillo qui oggi.”
    
    “Solamente qui. Il parco è un zoo.”
    
    “Sarebbe bello trovare un luogo tranquillo, per esempio il riparo delle barche?”
    
    “Affollato, e certamente non il posto migliore. Veramente mi chiedo se ho fatto bene a lasciare il mio appartamento.”
    
    “Vivi qui vicino?”
    
    “Al 61 di via del Parco.”
    
    “Bello!”
    
    “Vuoi venire per una birra?”
    
    “Sembra già organizzato.”
    
    Oh sì, bel fusto, almeno come inizio. Lui raccolse i suoi vestiti e si vestì; io mi aggiustai l’attrezzatura, mi alzai ed accennai col capo nella direzione dell’uscita. Mentre camminavamo ammirai quel bel culo sperando di poterlo fottere forte ed a lungo prima che il pomeriggio ...
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