1. La trasformazione di Jennifer – Cap.3


    Data: 03/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: me1268, Fonte: RaccontiMilu

    ... resisteva, era gelida e cominciò a supplicarlo, al che lui le disse: vuoi che usi la frusta? Jennifer portò fino alla fine anche quella tortura.
    
    Erano oramai le 16, Jennifer era distrutta nel fisico e nell’anima. Uscì dalla doccia e Marco le porse un asciugamano, quelli del bidet, piccolini, e le disse di asciugarsi. Lei fece come poteva. Marco si allontanò e andò verso la propria stanza e si sdraiò. Lasciò sola Jennifer un po’ di tempo in modo tale che potesse cominciare a pensare a ciò che stava diventando. Jennifer prese quei pochi istanti e pensava fra se che odiava quell’uomo di la. Quel ciccione sadico lo voleva morto. Ma il suo membro…e cominciò a toccarsi. Un urlo di Marco, la risvegliò e lei corse in camera. Lui le ordinò: in posizione. Lei si mise carponi immediatamente, appoggiò la guancia sul pavimento e portò le mani dietro la schiena. Marco si avvicinò e le disse: ora useremo per bene il tuo culo, mi sa che stasera dopo la giornata, non ti siederai, e rise sguaiatamente. Jennifer gli disse: ti prego padrone, no, li sono vergine. E lui continuando a ridere: stasera non lo sarai più. Marco si avvicinò e cominciò a con il dito indice a girare intorno al suo bel buchetto, stretto stretto, con una crema calda. Poi piano piano infilò il dito e la crema si insinuò all’interno delle viscere. Tirò fuori il membro, già bello duro, lo appoggiò, e ...
    ... senza alcun riguardo, con tutta la sua forza e il suo peso la penetrò. Jennifer urlò per il dolore. Marco ormai era dentro, e spinse sempre più a fondo. Mentre spingeva, le diceva: ora ti spacco il culo, lurida cagna. Jennifer piangeva, tentava di divincolarsi, ma Marco con il suo peso, la sua forza la teneva bloccata e in più le tirava i capelli, per cui lei sentiva dolore ovunque. Sembrò un tempo infinito, ma in realtà la grande eccitazione costò a Marco il fatto che dopo una ventina di minuti, per lui un record negativo, venne, inondando le viscere di Jennifer del suo caldo seme. Quando uscì guardò quel buchetto che oramai era bello aperto e sfondato. E rise di gusto. Lasciò la povera Jennifer carponi che si massaggiava il sedere.
    
    Poi perentorio e ultimativo le disse: vestiti e vattene a casa, cesso.
    
    Lei corse via, si mise i suoi vestiti e scappò a casa distrutta. Erano le 18. Si sdraiò a letto. E dormì profondamente. Ma alle 20 arrivò la chiamata del fidanzato al quale diede buca per la seconda volta. Era ancora sdraiata a letto quando le arrivò un sms di Marco che le diceva: Domani vestiti con quella minigonna corta corta che usasti a quella festa aziendale. Sopra una camicetta bianca. Niente reggiseno e mutande. Niente calze. Tacco 12 come minimo. Hai capito cesso? Jennifer rispose laconica: si padrone. E poi si mise a piangere e pensò: sono finita. 
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