1. La Preda


    Data: 14/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... si studiarono per qualche momento. Lui era alto e ben piantato, i quarant’anni erano portati egregiamente, i capelli castani non avevano un filo grigio. Sulla bocca grande e carnosa spiccavano un bel paio di baffi, il naso era anch’esso grosso, l’insieme lo rendeva simpatico a prima vista. Gli occhiali di tartaruga gli davano un’aria intellettuale che alle signore non dispiaceva, vestiva in modo sportivo: pantaloni di velluto e giacca di tweed, sotto un gilè ed una camicia di flanella, le scarpe erano comode. La camminata indolente e dinoccolata unita all’abbigliamento volutamente trasandato ne davano una rappresentazione mite, niente di più sbagliato, dentro era molto duro e cinico. Lei invece era una ragazza molto a modo, aveva ventisette anni, ma era talmente seria che ne dimostrava qualcuno in più. Indossava calze nere, nere erano anche le scarpe, con un discreto, ma non esagerato, tacco a spillo. Fu dal basso che partì l’esame di Alberto, risalendo si accorse che non era bellissima. La ragazza aveva un corpo tornito che sulle anche si allargava come un’anfora e dopo i fianchi tornava a stringersi in vita per esplodere nuovamente sul seno traboccante. Il viso era di un ovale regolare, ma niente di eccezionale, la bocca era piccola e gli occhi erano castani. I capelli anch’essi castani erano riccioli e le ricadevano sulle spalle perfettamente. Era molto curata. Vestiva in modo elegante e severo, allo stesso tempo emanava una notevole carica erotica, si intuiva che era ...
    ... ricca. Il tailleur era firmato ed il maglioncino nero la fasciava deliziosamente, indossava dei gioielli: una fine collana di perle, orecchini piccoli e poco appariscenti, così come l’anellino che portava all’indice, ma di valore. Appetitosa, fantasticò Alberto e schifosamente ricca. Lei era a disagio, ma in grado di dominarsi e di padroneggiare la situazione, non era poco per una candidata schiava alla sua prima esperienza. Un po’ nervosa però lo era, si accese una sigaretta e sedendosi accavallò le gambe, quei pochi e consueti gesti la rassicurarono. Questa sua sicurezza mise invece a disagio Alberto che stupidamente le sorrise. Fu lei a parlare per prima dopo che ebbero ordinato da bere: un tè per lei ed un aperitivo per lui. Gli diede del lei. – Ho delle condizioni da porle, se le accetterà mi metterò ai suoi ordini, altrimenti ognuno per la sua strada. Che ne dice? – Non andava come aveva previsto, ma rispose con una certa tranquillità. – Lei è troppo diretta, non dovremmo prima vedere se ci piacciamo … intendo dire .. fisicamente, o nel carattere, o per lo stile … – Anche lui le aveva dato del lei e per il momento erano su un terreno di parità. Lei sbatté per un attimo gli occhi e poi gli rispose: – lei mi sta bene, è come me l’immaginavo, altrimenti sarei già andata via. Ed io a lei vado bene? – Diretta e veloce, Alberto incassava. – Sì, la prima impressione è buona, ma ho bisogno di maggior tempo per dire che è ok. – Smisero di parlare mentre il cameriere li serviva, ...
«12...678...15»