1. UNGIORNO CON ... IO


    Data: 12/11/2018, Categorie: Anale Gay / Bisex Sesso di Gruppo Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... oggetto delle dissertazioni dei colleghi più maliziosi e, nonostante i maglioni da militare in missione, non potevo nascondere la mia quarta abbondante di seno … anche lì i commenti si sprecavano.
    
    Metto il giaccone nero imbottito di piumino, la borsa a tracolla con dentro la borsetta del trucco e la busta col contenitore della colazione, quel giorno doveva puzzare particolarmente … avevo mangiato insalata col tonno.
    
    Scivolo fuori assieme all’onda di impiegati che straripa dal palazzo. Ad aspettarmi c’è solo la pioggia. Saluti frettolosi, qualche ciao, il coglione di turno ci prova:
    
    - Ciao cara … un passaggio? Un massaggio? Ah ah … – lascia con piacere che lo mandi affanculo, tanto già lo sa che finisce così.
    
    Attraverso i pochi isolati che mi separano dalla stazione degli autobus, resto sempre più sola e temo, come al solito di essere aggredita … il pericolo di poter passare un guaio per pochi euro è sempre in agguato nella grande città degradata.
    
    La mia solitudine viene compensata, pochi minuti dopo, da un vero bagno di folla … forse troppa.
    
    Infatti, siamo in tanti … gli ombrelli si incastrano, ci si spinge nella ressa, per cercare di prendere un posto.
    
    Impossibile.
    
    Ma non mi lamento … già è tanto trovare il mio bus, senza scioperi, guasti ,ammutinamenti o cortei improvvisati.
    
    Intorno luci, stridori, traffico bloccato: la pioggia rende la gente più insofferente del solito.
    
    Non vedevo l’ ora di tornare a casa … una settimana passata così è ...
    ... pesante, soprattutto se dura un mese intero … e poi un altro e poi i mesi diventano anni: tristi, monotoni, bui.
    
    Cerco il telefonino. Tento di mettere la cuffietta,i almeno vorrei sentire la radio … niente… è quasi scarico… ho dimenticato di caricarlo.
    
    In cuor mio spero che Dario, mio marito, non si incazzi scoprendo che, come al solito sono irraggiungibile.
    
    Non è geloso, ma non tollera il fatto che uso male il cellulare … nonostante l’ importanza di essere rintracciabile, avendo anche una bambina.
    
    - Cazzo non capisco – diceva – ma ti rendi conto che se mi capita qualcosa, non posso avvisarti? –
    
    Ma che ci posso fare?
    
    Proprio non riesco ad abituarmi ad usare il telefonino e lo dimentico completamente.
    
    Inutile cercare di leggere, il bus è talmente affollato che le mani non sono libere.
    
    Tra frenate e sobbalzi, riusciamo, alla meglio, a raggiungere l’ autostrada. Non saprò mai se il ragazzo dietro di me, cerca di tastarmi il culo o se quella durezza che sento dietro è il suo cazzo eccitato.
    
    Forse è l’ ombrello, penso. Sono troppo rassegnata e stanca per provare un’ emozione …
    
    Arrivo abbastanza tardi al capolinea, piove ancora… l’ ombrello si è rotto; è inservibile.
    
    Trovo, tra i fari, la macchina di Dario e mi ci infilo … quasi fradicia.
    
    Lui è un po’ sul “nero” … lo è sempre quando deve incrociare mia madre, infatti so che poco prima ha portato la bambina dalla nonna.
    
    Ci salutiamo con un bacetto freddo sulla guancia.
    
    - Come al solito … hai il ...
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