1. Sara – Giornalista di Guerra – Capitolo 3


    Data: 18/10/2018, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Mr Em, Fonte: RaccontiMilu

    ... contesto l’avrebbe scambiata per una moderna eroina dei fumetti o di film fantasy.
    
    Sara rimane immobile a fissarla indecisa su cosa fare. Fece un paio di passi indietro per rendersi meno visibile alla luce e, dopo un attimo di esitazione, pensò di girarsi per darsi alla fuga notando un’altra porta alla sua sinistra, in un ingresso che non aveva però ancora ispezionato. Era una mossa estrema. Il tentativo si rivelò vano; un attimo dopo aver varcato l’ingresso buio si sentì schiantare letteralmente contro un muro umano cadendo rovinosamente per terra, senza un minimo appoggio. Un uomo era rimasto a spiarle per tutto il tempo in religioso silenzio a pochi metri di distanza.
    
    L’omone la prese per i capelli e la riportò in piedi senza grossi complimenti. Sara senza l’uso delle braccia era caduta sulla spalla sinistra sentendo peraltro un forte dolore nella zona anale quando aveva battuto il sedere. Le mancava l’aria, non riusciva a tenere le gambe completamente chiuse e ferme.
    
    Il tizio – un armadio color ebano con due spalle infinite che doveva essere alto almeno 1,90 m – le mollò una sculacciata sonora sulla chiappa destra spingendola e tirandole i capelli, avvicinandola verso la donna che intanto si era messa a sorridere.
    
    Sara si sentiva un burattino in quella situazione e – dolore a parte – non potè far altro che camminare sentendo il sedere in fiamme. “Buongiorno Sara, dormito bene? sono contenta di vederti” – riprovò la donna. “L-l-lasciatemi stare….chi diavolo ...
    ... siete voi? Ehi tu non toccarmi i capelli” – partì in risposta Sara.
    
    “Wow signorina, come siamo aggressive oggi…non ti hanno insegnato a presentarti in presenza di nuove persone?” rispose la donna e quasi in contemporanea l’uomo le lanciò un’altra sculacciata a centro sedere, premendole il plugin ancora più internamente, mentre Sara si piegava per il dolore lanciando un gridolino strozzato.
    
    La donna si avvicinò fino a due passi da Sara, accarezzandole con il dorso di una mano il viso. “Liberale le mani” ordinò e l’uomo – un po’ grugnendo in segno di disapprovazione – iniziò a slegare i lacci che avevano menomato Sara sinora. Sara ansimò e quasi iniziò un pianto liberatorio quando riprese possesso delle sue braccia. Rimane un minuto leggermente piegata a fare esercizio e riprendere confidenza coi movimenti; troppo tempo le braccia le erano rimaste bloccate e voleva ritornare padrona di se stessa.
    
    Si sentiva un po’ meglio, ferita nell’orgoglio, trattata da bestia, era pronta nella sua azione, divaricando leggermente le gambe per essere più in posizione. Si rimise in posizione eretta piano piano e – nell’istante in cui si trovò a guardare la donna – la sua mano partì lanciandole un sonoro ceffone in faccia. Contestualmente si girò e sferrò una ginocchiata in mezzo alle gambe dell’uomo che vacillò immediatamente.
    
    Entrambe le persone nella stanza erano cadute per terra e Sara capì subito che era il momento di scappare…ora o mai più. Iniziò a correre verso l’ingresso che ...
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