1. Per Natale mio figlio ci porta a casa la sua ragazza (parte II)


    Data: 16/10/2018, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Pensieri_Osceni, Fonte: RaccontiMilu

    L’occasione si è presentata la mattina dell’antivigilia. Mia moglie è la proprietaria di un negozio di biancheria intima e lingerie, quella mattina era impegnata con i clienti alle prese con lo shopping natalizio. Mio figlio doveva sbrigare delle sue commissioni burocratiche in giro per gli uffici. Nel pomeriggio avrebbe portato Maria a conoscere sua madre e i parenti e, per l’occasione, lei voleva preparare un dolce alla futura suocera. Ad Andrea fece piacere questa idea, che avrebbe così tenuto impegnata la sua ragazza e mia moglie le lasciò a disposizione la cucina.
    
    Io sono un professore universitario ed ero in vacanza perciò rimasi a casa. Dopo una buona parte della mattinata passata nel mio studio sono andato in cucina, deciso a sfogare la scellerata voglia che mi ossessionava.
    
    Maria stava preparando il dolce, aveva le mani impastate di uova e farina. Mi sono fermato ad osservarla dalla porta, ho osservato lo scollo a V della maglia e lo scorcio di seno che offriva. Ho osservato la sua testa china e i capelli neri raccolti dietro la nuca. Mi sono avvicinato fissandola severo e indagatore. Avvertivo il suo imbarazzo, era intimidita e continuava a lavorare l’impasto.
    
    Sono rimasto fermo, impassibile, a fissarla senza dire nulla fino a che lei, per stemperare la tensione, ha svelato il perché stesse preparando quel dolce, quasi giustificandosi.
    
    “Da noi si usa preparare questo dolce quando si va a far visita a qualcuno per la prima volta.”
    
    Ha detto con un filo ...
    ... di voce, tenendo lo sguardo basso e lavorando nervosamente la pasta.
    
    “Bene, ogni famiglia ha le proprie usanze.” Ho risposto.
    
    “Ti ho osservata continuamente, da quando sei arrivata. So che te ne sei accorta.”
    
    “Sì, papà.”
    
    “Davanti ad Andrea, a mia moglie e mia figlia puoi chiamarmi papà, da brava nuora. Ma quando siamo soli voglio che mi chiami signore. Chiaro?” Le ho detto in tono severo.
    
    “Sì, signore.” Ha risposto a testa bassa.
    
    L’atmosfera si è fatta sempre più tesa e Maria sempre più imbarazzata e intimidita.
    
    “Tu non mi piaci, Maria. Ti trovo insignificante di carattere. Non hai personalità. Sembri una nullità,” le ho detto camminando alle sue spalle. “Però questo disprezzo per te ti ha reso desiderabile, al punto che ti voglio sottomettere.”
    
    Mi sono fermato dietro di lei, così vicino da poterle sussurrare all’orecchio.
    
    “Riguardo alle usanze, qui in casa mia comando solo io, e chiunque si trovi sotto questo tetto deve sottostare ad ogni mio volere.”
    
    Ho poggiato la mano sulla sua spalla e sentito il fremito che l’ha scossa. È rimasta immobile mentre ho fatto scorrere la mano sulla sua schiena, l’ho sentita deglutire e poi ha trasalito quando le ho palpato il culo. Ha sollevato di scatto la testa fissando dritta davanti a sé ma io gliel’ho fatta riabbassare spingendo delicatamente la nuca.
    
    “Ami Andrea?”
    
    “Sì…”
    
    “L’ho visto. Non so se sia davvero amore quello che provi per mio figlio ma quello che è visibile è che pendi dalle sue labbra. ...
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