1. Clitoride maschile 2.


    Data: 16/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gianmy, Fonte: Annunci69

    Prima parte: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/gay/Clitoride-maschile_90940.html
    
    «Svegliati.»
    
    Mi rivoltai nel letto.
    
    «Ho detto sveglia, stupida troietta» ripeté Federico.
    
    Aprii gli occhi e mi ritrovai in un ambiente che non riconobbi subito. Accanto a me nel letto, illuminato dalla luce del giorno che entrava dalla finestra, vidi Fede. Il suo corpo da adone fu la prima cosa che vidii quando i miei occhi si abituarono al giorno. In quel momento Federico si voltò di lato e allungò la mano, afferrando il suo enorme cazzone che si sporgeva per 22 centimetri dal suo corpo. Le mie pupille si dilatarono.
    
    «Vedo che ho attirato la tua attenzione» disse. Ho cercato di sedermi e ho notato per la prima volta che le mie mani erano legate insieme. Abbassai lo sguardo e vidi il metro della sera prima che legava i miei polsi. Lanciai un'occhiata preoccupata a Federico.
    
    «Il mio enorme cazzone è sempre durissimo la mattina» disse «Ma c'è qualcosa in te che mi rende ancora più duro del solito» Rise «Anche il tuo piccolo clitoride sembra che stia cercando di avere qualcosa di simile ad un’erezione» Rise di nuovo «Non si può dire che sia enorme però»
    
    Entrambi guardammo giù verso la mia piccola erezione che sembrava in qualche modo ancora più piccola del solito. Ho iniziato ad arrossire.
    
    «Sai cosa succederà oggi, vero?» Chiese Federico.
    
    Stavo per scuotere la testa ma venni interrotto dalle sue parole.
    
    «E ricorda» disse, quasi esasperato «ti ho detto di non ...
    ... mentirmi mai. Lo capirò»
    
    La mia voce gracchiò, forse perché appena sveglio, o per essere spaventato o per il brutale martellamento che la mia gola aveva subito dal grosso cazzo di Fede la sera prima. «T-tu... Tu vuoi... Scoparmi?» Ho chiesto.
    
    «Quasi» Disse Federico, sogghignando in modo suggestivo «Ma non voglio scoparti. Sto per scoparti.»
    
    Si rigirò nel letto e si sedette pesantemente a cavalcioni sul mio petto. Anche se era a metà del mio busto, il suo enorme cazzone mi arrivava fino in faccia. Lo afferrò ancora una volta con la mano e cominciò a schiaffeggiarlo contro le mie labbra e le mie guance. La forza di essere colpito da un oggetto grande come il suo cazzo è considerevole. La sua faccia, tuttavia, sembrava godere delle mie espressioni ogni volta che il suo enorme cazzo mi colpiva. Sembrava soprattutto gradire i suoni forti che emetteva quando si scontrava sulla mia guancia. Sotto di lui fissavo la gratificazione sul suo viso.
    
    «Cos'è questo?» chiese, dando al mio viso un ultimo forte colpo con il suo cazzo.
    
    «È tuo ... il tuo ... il tuo cazzo» risposi. Non sono balbuziente, dovrei menzionarlo, ma qualcosa di Federico mi faceva venire i nervi a fior di pelle.
    
    «Prova di nuovo» disse con finta delusione.
    
    «È ... È il tuo... Il tuo mostro» dissi, la mia minuscola erezione mattutina si contrasse. Era davvero un mostro. Quasi un arma che poteva ferire gli altri, come potrebbe testimoniare la mia gola dolorante.
    
    «Ben detto» disse Federico «E dimmi di più. ...
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