1. Quella santa donna della zia sandra


    Data: 14/10/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alebardi, Fonte: Annunci69

    ... e su quello psicologico nel quale si era lasciata immergere per la prima volta.
    
    “Guardami!”, le ordinai, e quando il suo sguardo vide il frustino venne scossa da un altro fremito di terrore che le partì dagli occhi e le attraversò tutto il corpo.
    
    “Zia”, continuai fissandola nel profondo dei suoi occhi marroni, “hai capito che sei la mia cagna?”.
    
    Ci mise un secondo di troppo, per rispondere: “si…”.
    
    “E d’ora in avanti dovrai chiamarmi padrone! Hai capito?”.
    
    “Si…”.
    
    “Si cosa?”.
    
    Godetti come un matto nel sentire la sua risposta: “si… padrone”.
    
    “Brava… sei proprio una brava cagna”, le dissi mentre le giravo intorno. Mi misi dietro di lei e rimasi qualche secondo in silenzio, in adorazione del suo grosso culo, che se ne stava li davanti a me, completamente nudo e a mia disposizione.
    
    Ripresi la parola: “vedi, zia… purtroppo hai peccato, e come sai, il tuo peccato merita una punizione. E’ vero che devi essere punita?”.
    
    “Si, padrone…”.
    
    “Ed ora io ti punirò frustandoti sul culo. Va bene?”.
    
    Un secondo di silenzio, poi: “si, padrone…”.
    
    “Bene… sei pronta?”.
    
    “Si, padrone”.
    
    Non credo di aver mai avuto il cazzo così duro come quando allungai il braccio destro all’indietro per poi scagliarlo con forza verso di lei, godendo dell’immagine della frusta che si schiantava con forza sulla chiappa destra di mia zia, mentre il suo suono “sciaf”, veniva immediatamente seguito dall’urlo di lei: “aaaahhhh!!!!”.
    
    Presi un attimo di pausa, poi le chiesi: ...
    ... “ne vuoi un’altra?”.
    
    La sua voce era tremante come non mai: “ti prego… Ale…”.
    
    Le scagliai tre frustate in sequenza, mentre le sue urla riempivano la stanza: “aaaahhhh!!!!! aaaahhhh!!! aaaaahhhh!!!”.
    
    Stava ancora urlando, quando le gridai: “risposta sbagliata!”.
    
    Gliene diedi un’altra, persino più forte delle altre, e poi, mentre ancora stava urlando, le misi la frusta in bocca, la obbligai a morderla come fosse stato un bastoncino, le accarezzai la fica da dietro e la penetrai con due dita.
    
    La mia mano sprofondò in un mare caldo di umori, dandomi quasi la sensazione di aver messo le dita in una tazza piena di acqua calda.
    
    “Cazzo, zia”, le dissi con decisione, “sei fradicia, stai godendo! Porca puttana, ma allora sei proprio una cagna!”.
    
    Tolsi la mano destra dalla sua fica e, contemporaneamente, ripresi il frustino con la sinistra. Mi misi davanti a lei e le dissi: “senti… senti quanto sei fradicia”. Le infilai le dita in bocca tanto in profondità da obbligarla a succhiarle.
    
    “Lo senti? Lo senti il tuo sapore?”.
    
    Le tolsi la mano dalla bocca per lasciarla rispondere. Lo fece a fatica: “si…”.
    
    “Si?”.
    
    “Si, padrone…”.
    
    “Dai, dimmelo che stai godendo”.
    
    Silenzio.
    
    “Zia, dimmelo, altrimenti riprendo a frustarti”.
    
    Non ci mise molto: “si, padrone”.
    
    “Dillo!”.
    
    Abbassò lo sguardo sul pavimento: “sto godendo, padrone”.
    
    “Sei proprio una cagna…”.
    
    “Si…”.
    
    “Si, cosa?”.
    
    “Si… sono una cagna… padrone…”.
    
    “Brava la mia cagnetta… e adesso, ...
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