1. Ritorno in Trinacria


    Data: 09/10/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... in tempo a indossare l’accappatoio, e il suo corpo nudo è lucido d’acqua, profumato e perfetto. Lei è nuda e io sono nudo, e inevitabilmente qualcosa si risveglia in me. Lei si volta, mi rivolge un’occhiata rapida e indifferente, ignorando del tutto l’erezione che si fa sempre più evidente. Non è rimasto più nulla della donna infoiata con cui ho condiviso la notte, né i sorrisi sardonici, né l’atteggiamento provocatorio, nulla. Sbuffando leggermente afferra l’accappatoio e lo indossa voltandomi le spalle: “Non ti ho sentito scendere dal letto,” dice, sostenuta. “Sì, scusa,” rispondo cercando di mettere insieme quattro parole, e sentendomi imbarazzatissimo. “Mettiti qualcosa addosso, muoviti.” “Vado a fare il caffè,” le dico, e mi dirigo in camera, in cerca di qualcosa per coprirmi. Poi vado in cucina, metto su la caffettiera e mi appoggio al lavello. La caffettiera borbotta, spengo il gas, verso il caffè nelle tazzine, lo zucchero, rimescolo, sorseggio. E rifletto. Quel che è fatto è fatto, mi dico, ed è inutile piangere sul latte versato; mi prenderei a schiaffi da solo, a volte, per la capacità di inanellare luoghi comuni uno dietro l’altro. Non riesco a capire perché Naty si stia comportando così. Voglio dire, quello che è successo non è certo qualcosa da sbandierare ai quattro venti, però è qualcosa che può succedere: la carne è debole, ed entrambi abbiamo ceduto a una delle tentazioni più comuni e più intense. Certo, il fatto di essere fratelli rende tutto più ...
    ... incasinato, ma tant’è… Lei entra in silenzio, in silenzio inizia a sorseggiare il caffè, ormai freddo, e in silenzio guarda dal lato opposto rispetto a me. Cerco di sbirciare l’espressione sul volto di Naty: non sembra arrabbiata, bensì decisa, determinata. “A che ora hai l’aereo?” “Alle 18:00.” “Saresti potuta rimanere qualche giorno in più.” “Ho da fare su, a Milano. Preferisco avere qualche giorno libero per sistemare alcune cose prima di rientrare a lavoro.” “Ti accompagno in aeroporto.” “Lascia perdere, prendo l’autobus.” “Ma si può sapere che ti è preso?!” perdo la pazienza. “Va bene, stanotte è successa della roba piuttosto strana, e posso capire che sei scombussolata. Lo sono anche io. Ma non puoi pensare che la soluzione sia comportarci come due perfetti estranei!” “Mi prende che ti conosco! Lo so come sei, tu non ne hai mai abbastanza!” ringhiò Naty, rivolgendo finalmente il viso verso di me. “Stanotte ho ceduto alla tentazione, alla tentazione più sbagliata che esista. È stata una cosa sbagliata, e non deve succedere più. Mai più, hai capito?” “Certo che ho capito!” replico io, tra il meravigliato e il piccato. “Ma cosa credi, che voglia fare il bis? È chiaro che è stato… è stata una cosa, è stato…” inciampo nelle mie stesse parole. La parte più lucida e razionale del mio cervello è determinata a censurare in toto gli avvenimenti della scorsa notte, mentre quella più istintiva e concupiscente cova le braci che durante la notte sono divampate senza alcun freno. “È stato un ...