1. A proposito di singoli


    Data: 09/02/2018, Categorie: Etero Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69

    Avviso alle lettrici e lettori. Se siete in cerca di storie piccanti queste righe non sono per voi. Qui vorrei condividere alcune mie riflessioni sulla categoria dei singoli.
    
    Avviso numero due: le osservazioni sono personali, basate sulla mai storia e le mie numerose esperienze. Non intendo denigrare né offendere nessuno.
    
    Sono entrato nel mondo del gioco molti anni fa, in un paese che non è l’Italia. La grande e cosmopolita città dove abitavo offriva tutto quello che un giovane avventuroso e curioso (e un filo spericolato) potesse sognare nel nostro mondo. Mentalità aperta, feste, locali.
    
    Locali, già.
    
    Belli e numerosi; ne ho frequentati molti e vi ho vissuto mille favolose esperienze piccanti. Le prime volte in cui sono entrato nei club di Milano, ho però subito avvertivo una differenza. Meno spontaneità, maggiore diffidenza. Nell’aria c’era qualcosa di diverso e per la mia sensibilità strano. Mi guardavo intorno.
    
    Poi ho capito: c’erano loro, i singoli. Soli o in gruppi, sfrontati o timidi, educati o rozzi
    
    I loro sguardi e il loro desiderio represso introduce un elemento che in me risuona distonico. Il fluire dell’energia che nasce dall’incontro magico di uomo e donna, di maschio e femmina viene spezzato e interrotto.
    
    Nella mia vita precedente esisteva nei club una serata dedicata ai singoli, o meglio alle donne che amano essere circondate e coccolate da più maschi. Lo comprendo come comprendo che uomini gradiscano questo tipo di situazioni; mi domando ...
    ... però anche quanti di loro davvero amano vivere una gang e quanti invece ci si adattano come unica chance di “mangiare”.
    
    In ogni caso le serate di maggior afflusso, quelle dei fine settimana non ammettevano i singoli. Ne ho visti spesso respinti all’ingresso: non importava quanto fosse belli, quanto costoso fosse l’orologio che portavano né quanto fossero disposti a spendere. Non entravano e basta.
    
    Qui da noi vigono regole diverse. Tuttavia nel corso delle mie feste private finora il numero di uomini e donne è rigorosamente pari. O meglio, quando possibile, una leggera prevalenza del morbido elemento femminile.
    
    È la Dea Shakti che si celebra durante i miei riti pagani.
    
    Ho conosciuto moltissimi singoli in questi anni, e lo sono sulla carta anche io. Dico sulla carta perché ho sempre avuto una compagna e qualche amica con cui vivere il nostro mondo del gioco. Mi accade, certo, di giocare come singolo. Ho partecipato ad alcune gang mentre oggi non sono più molto attirato da questo tipo di esperienza. Ho anche avuto spesso l’onore di invitare coppie, cuck o meno, e di giocare in tre. Oppure qualche singola con cui sia scattato l’interesse reciproco e con cui ho poi sovente stretto amicizia. Giocare da solo mi piace. Mi dà tutta la libertà che amo. Tuttavia non è che una piccola parte.
    
    Per me giocare è prima di tutto giocare assieme.
    
    Giocare in due.
    
    Giocare con una donna che può essere la mia compagna, una vecchia amica di mille avventure, una ex con qui il ...
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