Amarnera Inverse
Data: 24/09/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Incesti
Autore: UnoSguardonelBuiodellaNotte, Fonte: RaccontiMilu
Quando suo padre entrò in casa, Amarnera caricò il tamburo della pistola con le sue ultime lacrime, puntò la canna contro la porta e, quando il pesante portone di giada e ambra si aprì, lo sparo tuonò come l’urlo del diavolo.
‘non sei più mia figlia.’ gridò poi piangendo. Il pianto aveva scavato due grandi righe sulle sue guance diafane. Il volto, magro, asciutto, allungato della donna, piangeva stille amare di rabbia e frustrazione. ‘credi veramente che lui ti permetterà di andartene? Credi veramente che una volta oltrepassata quella porta sarai libera? Accetta il tuo destino, Amarnera. Accettalo come io ho accettato il mio. E che il mondo vada alla malora.’ la donna artigliò la bottiglia di vodka e ingollò un altro sorso. Poi entrò in cucina, chiuse la porta e accese la tv. Una musica lieve, un andante allegro e commerciale, avviluppò l’ambiente trasformando la casa in un mondo surreale. Amarnera impugnò saldamente la pistola che teneva dietro la schiena, mentre un brivido freddo le percorse le membra. Strinse quel pesante strumento di morte nella piccola mano di bimba e annuì meccanicamente. I proiettili nell’altra mano sembravano lacrime innocenti di una vergine spezzata. La donna che è in te sta per sbocciare. Sentì quella vecchia frase vagare per l’appartamento, sospesa sui muri, appesa al soffitto come un antico fantasma.
‘cosa pensi di fare piccola sgualdrina?’ la donna non si era avvicinata e Amarnera, mansueta come un vecchio bisonte ammalato, si voltò ...
... e sorrise. Sua mamma reggeva una bottiglia di vodka liscia firmata a penna grafica sul collo di vetro. ‘mamma, io me ne vado di qua.’ la pistola era pesante, nascosta dietro la schiena. ‘tu non andrai da nessuna parte.’ la donna fece un passo avanti, poi l’occhio le cadde sul cassetto aperto alle spalle della figlia. Inghiottì un groppo amaro e fissò le sue pupille nere. Il vuoto che vide la colpì come un maglio. Una lacrima scese sul viso mentre una rabbia sorda e una paura incontrollabile s’impossessavano di lei. Indietreggiò lentamente mentre Amarnera avanzava. Arrivarono fino al lungo corridoio che permetteva l’accesso alla porta di casa. In mezzo al corridoio, troneggiava una doppia porta a vetri colorati. Verde e giallo. Ambra e Giada. La mezza luna, regina di malvagità, troneggiante al centro del cristallo. Poi sua madre non riuscì più a contenersi. Sputò a terra il suo disgusto. Stappò la bottiglia lanciando occhiate nervose a destra e sinistra e ingoiò il primo sorso.
Lei sapeva tutto di quella casa. Quando era piccola, prima delle violenze, ne aveva esplorato ogni angolo. E il giorno del suo nono compleanno aveva scoperto la pistola. Lucida, cromata, di acciaio grigio perlaceo. Ora ricordò della pistola, si toccò la pancia sussurrando al suo bimbo immaginario e, completamente nuda e gocciolante, entrò nella stanza da letto dei suoi. Lasciò tante piccole impronte per terra mentre i piedi la portavano verso la libertà. ‘brava mamma.’ le sussurrava il bambino fatto ...