La moglie schiava - cap. 3
Data: 07/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti
... momento di tregua.”
Ma le uniche parole mentre mi masturbava col piede riguardarono la cottura del cinghiale. Stavo soffrendo, più lui mi eccitava col suo piede, più facevo fatica a trattenermi soprattutto dopo che iniziò a penetrarmi con le dita stimolandomi il clito ormai gonfio.
Quando portarono via i piatti vuoti rientrai in subbuglio, non sapendo cosa m'aspettava prima del dolce.
“Lo sai che il dolce te lo devi guadagnare ?”
“Si Padrone.”
“Bene, vedo che hai capito il meccanismo, ora prendi la borsa e vai in bagno, dentro ho messo un bel plug che farai sparire fra le tue chiappe, dopodiché tornerai da me.”
“Vado e torno.”
Ormai volevo solo farla finita con quella messinscena, ma soprattutto volevo avere un orgasmo che non riuscivo più a trattenere.
In bagno mi chiusi dentro e senza perdere tempo presi il plug, lo bagnai con la saliva e me lo misi nel culo senza tanti fronzoli, ormai Alfredo me lo aveva aperto in tutte le maniere sfondandolo coi più diversi oggetti. Ma come lo sentì dentro venni senza bisogno di toccarmi con un orgasmo improvviso e violento, trattenendo a fatica un urlo liberatorio.
Mi sentì come liberata, ma allo stesso tempo avevo ancora più voglia di cazzo come sei quei gingilli servissero solo come antipasto per un rapporto vero, e non m'importava se mi avesse scopato lui o un altro, volevo solo godere ancora.
Come mi ricomposi tornai da lui che mi accolse col solito sarcasmo.
“Allora puttanone, hai avuto l'orgasmo che ...
... volevi ?”
Decisi di sfidarlo anche se sapevo che mi sarebbe costato caro.
“Si sono venuta come me lo sono messa nel culo, peccato che tu non mi abbia vista godere.”
“Per quello ci sarà il suo tempo, stai tranquilla che ti do la tua razione di cazzo.”
Arrivò il dolce, una millefoglie davvero deliziosa, che mi gustai fino in fondo anche perchè era tempo che non mangiavo una leccornia così ben fatta.
Alla fine ci alzammo, e dopo aver pagato il conto uscimmo dal ristorante.
“Facciamo due passi così si favorisce la digestione.”
“Hai ragione e poi è una così bella serata.”
Che stupida che ero stata, come se non avessi ancora fica e culo pieni dei suoi oggetti.
Dopo pochi passi le palline iniziarono a farsi sentire, la mia andatura diventò più incerta, e Alfredo non tardò ad accorgersene.
“Allora mia bella schiava, com’è che non cammini come tuo solito.”
“Lo sai bene il perchè, mi sto bagnando tutta.”
“Certo che so che sei una troia, voglio solo vedere quanto resisti.”
Mi fece camminare per più di un'ora, ma a me sembrò un secolo. Ogni tanto cercavo di fermarmi, ma lui mi prendeva per il braccio e mi faceva continuare a camminare fino a quando tornammo alla macchina.
Tornammo a casa quasi correndo, anche lui era bene eccitato anche se non voleva ammettere e durante tutto il viaggio non smise mai di toccarmi fra le gambe impedendomi di venire di nuovo. Appena chiuso il garage però mi piegò sul cofano della macchina, tolse il plug e mi spinse ...