La moglie schiava - cap. 3
Data: 07/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Miss Serena, Fonte: EroticiRacconti
Era già passato un mese da quando avevo cambiato la mia vita, anzi Alfredo aveva distrutto la mia precedente esistenza sostituendola con quella di sua schiava personale.
Mi aveva fatta arrivare al più basso livello della mia autostima umiliandomi in continuazione e usando ormai per dar sfogo ai suoi istinti più bassi e violenti.
Era una settimana che non mi malmenava e in me si stava facendo largo la convinzione che qualcosa in lui stava cambiando, ma come al solito stavo sbagliando.
Un sabato pomeriggio mentre pulivo nuda la casa mi disse di prepararmi che la sera saremmo andati a mangiare fuori e se da un lato ero felice perchè sarei di nuovo potuta uscire di casa, dall’altro temevo che anche questa occasione si sarebbe trasformata in una umiliazione pubblica come quella subita al sexy shop.
In ogni caso mi diede due ore di tempo per lavarmi, truccarmi e vestirmi, fu lui a scegliere l'abito dopo aver a lungo cercato nel mio armadio. Ne prese uno molto elegante, lungo e nero, molto semplice ma allo stesso tempo molto sensuale con le spalline sottili e un bello scollo sia davanti che dietro. Scelse anche dei sandali in pelle lucida nera con tacchi alti a spillo, borsa in tinta e un reggiseno push-up in raso anch'esso nero.
Quando finì di lavarmi e truccarmi indossai quello che mi aveva imposto, ma non potei non notare l'assenza di mutandine di qualsiasi genere.
“Forse il mio Padrone si è dimenticato qualcosa ?” fu il mio timido tentativo di fargli notare ...
... quell'assenza.
“Non penso proprio, che cosa manca alla mia troia.”
“Qualcosa da mettere sotto per coprirmi l'intimità.”
“È vero, ormai sono tanto abituato a vederti col culo per aria che non ci faccio più caso.”
Ridacchiando fra sé e sé aprì il cassetto col mio intimo e tirò fuori un perizoma molto ridotto di pizzo rosso che mi aveva comprato per l'ultimo veglione di fine anno.
“Questo è abbastanza per una puttana come te.”
Non osai rispondergli nulla di compromettente, anzi lo ringraziai per il suo gesto.
Il viaggio in macchina fu insolitamente piacevole, e passammo tutto il tempo a chiacchierare dei suoi colleghi e delle loro mogli, insomma sembravamo una coppia normale che va a cena fuori senza tanti problemi.
Alfredo scelse un ristorante di lusso ad un'ora di macchina dove non eravamo mai stati, ma del quale si parlava un gran bene sia per la qualità del cibo che per quella del servizio.
Come entrammo fummo accompagnati al nostro tavolo dove lui scelse con calma il vino per la cena mentre io mi guardavo attorno per vedere se c'era qualche faccia conosciuta, cosa che per fortuna non trovai.
“Siccome sei solo una puttana dovrai guadagnarti da mangiare.”
La sua voce era bassa ma decisa, con quel tono che ormai conoscevo bene, quello che non permetteva repliche.
“Si mia Padrone, cosa desideri che faccia.”
“Prima che il cameriere porti gli antipasti devo vedere il tuo perizoma sul tavolo.”
Come poteva chiedermi questo ?
Sapeva bene che ...