Io e mia sorella (xv) - il casting
Data: 21/09/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: pollicino, Fonte: Annunci69
... la nostra sborra, senza lasciarne neanche una goccia…”.
Giorgia non aveva mai provato questa perversione, e rimase interdetta…
Poi, riflettendo tra se che era una delle poche cose che ancora le mancava, porse il boccale a Laura – la truccatrice, che le faceva da assistente – e iniziò con il primo membro che le venne presentato…
Gli si avvicinò, mettendosi in ginocchio, e con l’indice ed il pollice prese a scappucciare il glande, strofinandolo con i polpastrelli.
Maneggiò – come solo lei sapeva fare – la cappella, facendo una leggera pressione con il pollice, e frizionò leggermente il frenulo, consapevole del fatto che tale azione avrebbe provocato a quel maschio una sensazione straordinaria.
Cacciò fuori i denti, e provò a mordicchiare il filetto, provocandogli – come reazione immediata – le prime contrazioni.
Per evitare una eiaculazione improvvisa, Giorgia teneva il pollice a chiudere il foro sulla cappella; prese il boccale, e vi introdusse il pene…
Dopo pochi istanti, un potente getto di sperma caldo colpì il fondo del bicchiere, seguito a breve da altri quattro schizzi altrettanto consistenti.
Muovendosi sulle ginocchia, raggiunse il secondo uomo, il quale – a differenza dell’altro – era già quasi in tiro, e non ci fu bisogno di eccessive cure da parte di mia sorella…
Giorgia vide, però, che il foro sulla punta era già un pò allargato; ampliò la spaccatura con l’indice e vi mise dentro la lingua, mentre anche questo secondo maschio emise un ...
... forte grugnito di piacere.
Sentì il cazzo contrarsi, ed allora decise di prendere di nuovo il boccale e lo piazzò intorno ad esso.
In breve, una importante quantità di seme si depositò sul fondo, amalgamandosi con quello precedente.
Il terzo aveva già il glande turgido, enorme, e Giorgia – leccandosi le dita della mano destra e imbevendole di saliva – dopo aver lubrificato a dovere la cappella, cercò di tirare completamente indietro la pelle che la foderava. Quindi, infilò tutta la cappella nella sua bocca e la lavorò con grandi succhiate.
A un certo punto, si arrestò e decise di riservare a questo cazzo un trattamento “speciale”: si sfilò la cappella di bocca, afferrò con una mano la base del pene, e con il pollice e l’indice dell’altra mano prese il frenulo, proprio nel punto in cui collega il glande all’asta.
Poi, con decisione, lo tirò verso il basso, facendo attenzione a non romperlo.
Il ragazzo, preso alla sprovvista, urlò per il piacere che Giorgia gli provocò, mentre la cappella cominciò a fremere.
La mia troia avvicinò ancora una volta il boccale, e vi introdusse quel fungo ardente che liberò generosi e abbondanti spruzzi, facendo lievitare così la quantità di seme già accumulato.
Le stesse sapienti manovre furono riservate l’uno dopo l’altro, anche ai restanti membri, che dimostrarono di gradire il trattamento…
E venne, finalmente, la parte più emotivamente coinvolgente: Giorgia prese in mano il boccale, guardò uno ad uno tutti quei maschi, e ...