1. Quella meravigliosa unica volta gay


    Data: 20/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: valentino, Fonte: EroticiRacconti

    Era la metà degli anni settanta quando prestavo, come tanti miei coetanei il servizio di leva obbligatoria in una caserma friulana con l’incarico di assistente sanitario: questo mi ha consentito tante agevolazioni; a tutti gli effetti ero considerato, come si soleva dire, un” imboscato”; niente alzabandiera, niente marce, niente servizi di guardia etc. Tutto era filato liscio durante la naia; successe tutto quando mancavano tre giorni al congedo. Era sera ed ero in camera da letto che dividevo con un altro commilitone di nome Piero, quando decidemmo che era venuto il momento di fare una doccia prima di andare a dormire (non era la prima volta che facevamo la doccia insieme) e così sotto il getto d’acqua mentre si parlava del più e del meno mi disse che avevo la schiena sporca, forse grasso e si prontò per toglierla lui dato che io non riuscivo a vederla. Si insaponò bene le mani e prese a passarle a mo’ di spugna sulla mia schiena, senonché pano piano sentivo le sue mani scivolare sempre più giù fino alle natiche. Premetto che fino a quel giorno nella mia testa c’erano solo belle ragazze e mai mi era passato per la testa, per quel che riguarda il sesso, di prestare certe attenzioni verso il mio stesso sesso, ma quelle mani sulle mie natiche per la prima volta mi fecero provare una strana sensazione, ero come in trance, sentivo in me un grosso turbamento che mi immobilizzava. Piero approfittando di quel mio stato insinuò una mano nel solco delle mie natiche soffermandosi con ...
    ... un dito all’altezza del mio buco; notando che restavo immobile osò e infilò il suo dito dentro il mio culo. Vi rimase dentro solo qualche attimo, il tempo di farmi provare qualcosa che non avevo mai provato prima. Solo qualche attimo perché la mia reazione a quel gesto fu quasi immediata, lo spinsi e lo apostrofai in malo modo, arrivando persino a minacciarlo che lo avrei menato. Senza dire una parola, uscì dalla doccia per asciugarsi e mettersi a letto dopo avere indossato il pigiama, cosa che feci dopo qualche minuto anche io. Quella notte non riuscii a chiudere occhio, pensavo e ripensavo a quelle mani che mi accarezzavano le natiche ma, soprattutto a quel dito dentro il culo che mi aveva fatto provare una sensazione diversa di piacere; sì di piacere, un piacere diverso che mi ossessionò per tutta la notte al punto che mi insalivai bene il dito medio della mano per infilarmelo io nel culo. Era fantastico, facevo avanti e indietro col mio dito, il mio cazzo era duro come il marmo e senza che io me lo menassi godetti riempendo le mie mutandine di sborra. La mattina dopo Piero si scusò con me per l’accaduto e io lo rassicurai, ma per tutto il giorno la mia mente tornava indietro alla sera prima, pensando come sarebbe stato bello se lo avessi fatto andare fino in fondo. Ero combattuto: da una parte la ragione mi frenava pensando al fatto che se la cosa si fosse saputa in giro per la vergogna avrei anche potuto fare un gesto estremo, dall’altra la voglia di provare era tanta, ma ...
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