Hayashi - Sabato mattina
Data: 23/08/2024,
Categorie:
Maturo
Autore: Akai_, Fonte: xHamster
... toccarono, poi il pene duro le toccò la parte bassa del ventre prima di essere bloccato tra i loro corpi, con una mano lo tirò a sé e lo baciò con passione e lascivia, sembrava volesse ringraziare quella bocca per il regalo ricevuto. Quando le loro labbra si separarono la guardò dritta negli occhi
“Pronta?”
fece un piccolo gesto col capo per dire di sì e guidandosi con la mano le fece scivolare il glande nella fessura provocandole ulteriori brividi ma gli si aggrappò alle braccia ed ansimando chiuse gli occhi aspettando l’intera penetrazione. Cosce aperte, corpi sudati e la sinfonia dei loro gemiti congiunti, ritmati dai loro bacini frenetici. Potevano essere stati pochi istanti o lunghissimi minuti per fargli esclamare
“Vengo!”
lo afferrò dalle natiche
“… dentro…”
riuscì a dire tra gli affanni. Un momento dopo gli si irrigidì il corpo mentre lasciava andare tutto il suo seme.
Girandosi verso il comodino e cercando nel cassetto tirò fuori una sigaretta, che portò direttamente tra le labbra e subito si sentì il click dell’accendino, l’odore agro di fumo già l’avvolgeva quando poi cadde di nuovo con la schiena sul letto. Come ricordandosi di non essere da sola si voltò verso di lui e prendendo la sigaretta tra indice e medio gliela porse
“No, non fumo.”
le disse lapidario, Silvana cambiò espressione, come se la bolla di piacere le fosse scoppiata davanti agli occhi lasciandola con una leggera angoscia di aver rovinato tutto
“Scusa, la spengo ...
... subito…”
provò a rimediare voltandosi di nuovo verso il comodino per raggiungere il posacenere. Rimase un attimo sospesa quando lo sentì alzarsi dal letto
“Non importa, posso fare una doccia?”
“Sì.”
rispose d’istinto senza pensare e, con ancora la sigaretta pronta per essere spenta, lo vide raccogliere i propri vestiti ed uscire dalla stanza. Rimase immobile all’ascolto, sentì l’acqua della doccia correre e poi la porta della cabina chiudersi. Non aveva chiuso la porta del bagno, pensò, i suoni erano troppo nitidi, era davvero un ragazzo sicuro di sé. Mettendosi seduta sul letto e riuscendo appena a riflettersi allo specchio del comò finì la sua sigaretta assaporandola in grandi boccate.
Quando tornò nella stanza si sorprese nel trovarla vestita, quasi, doveva ancora chiudere qualche bottone alla camicetta. Si guardarono ma era come se non si vedessero.
“Sei pronta?”
le chiese sapendo già la risposta
“Sì, andiamo.”
Attraversarono la casa in silenzio, lei prese la borsa e poi uscirono.
Il viaggio in macchina fu altrettanto silenzioso e malinconico, si era rotto qualcosa, qualcosa che da passione trasformò tutto in freddezza. Ogni tanto, brevemente, lo sbirciava in volto e lo trovava serio, troppo serio, e quando si accorgeva dei suoi sguardi, invece di voltarsi anche lui o di dire qualcosa, semplicemente si irrigidiva e così lei distoglieva di nuovo lo sguardo non riuscendo proprio a capire cosa avesse fatto di così sbagliato da farlo comportare in quel ...