ASIA E IL GALEOTTO al Parco
Data: 21/08/2024,
Categorie:
Anale
Trans
Gay / Bisex
Autore: asiatrav82, Fonte: xHamster
... me è meglio di ogni genere di droga) la mia troiaggine mi spinge a superare di molto il limite della decenza. A volte me ne sono trovata pentita, ma la vita è una e non possiamo fermare i nostri istinti: prima o poi vengono fuori.
«Mi ha insegnato quella puttana di mia madre …» risposi per accontentarlo.
Ma io volevo che fossi il migliore, che anche lui si spingesse oltre con me. Per ciò continuai:
«ogni volta che mio padre andava a lavoro faceva venire tanti maschi a casa che se la scopavano mi faceva mettere il suo intimo e mi legava i capelli stile l****a e io l’aiutavo».
«Che frocio di merda, mi fai quasi schifo … » e mi sputò nuovamente. Aprii la bocca perché volevo mi sputasse in bocca. Lui allora avvicinò le sue labbra alle mie e lasciò cadere la saliva per evitare che con uno sputo andasse fuori. Che buon sapore che aveva. Un retrogusto di tabacco e virilità. Aprii ancora qualche volta la bocca e mi accontentò.
«Mo basta frocio, succhiami il cazzo».
Stavolta fu lui a dirigere il gioco. Si mise in piedi e mi teneva ferma la testa. Capii che voleva scoparmi la bocca come fosse una figa. Gli afferrai le chiappe e lo spinsi verso la gola per far capire ch ero pronta al trattamento. Fu allora che mi resi conto della sodezza del suo culo. Che maschio mi era capitato. Cominciò a stantuffarmi la bocca e, benché anni e anni di esperienza mi avessero insegnato a controllare i conati e regolare il respiro col naso, la sua irruenza e le sue dimensioni mi ...
... misero a dura prova.
Per fortuna ho un talento innato e non guastai neanche per un secondo il suo ritmo. Era sorprendente come, nonostante la foga con cui mi stesse fottendo la bocca riusciva a parlare, se pur con affanno:
«prendi frocio, ingoia tutto sto cazzo; chissà tua madre che bocchini fa se la figlia è così brava; che rottinculo di merda; sai quanti froci mi so fatto in galera? Ma nessuno era brava come te…» Avevo ragione, mi stava scopando un ex galeotto. Andò avanti così per dieci minuti abbondanti, la mandibola cominciava a dolermi. Ma il giardiniere non accennava a diminuire. Io, intanto, riuscivo a lavorarlo di lingua quando me lo infilava in bocca, seppur velocemente in quella scopata da toro.
Aspettai altri 5 minuti quando percepii le vene del suo cazzo indurirsi sempre di più, lo spessore della sua minchia aumentare, fin quando con un urlo proco, sguaiato, osceno, mi sborrò direttamente in gola.
«Oooooooh…. Siiiii godoooo, ooooooh tiè troiaaaaa, bevi frociooo beviiii….». Le ultime schizzate furono accompagnate da violenti spinte. Ingoiai tutto, anche in questo ero brava. Che buon sapore che aveva la sua sborra, diversa dalle altre che avevo bevuto. Pian piano il suo cazzo perse vigore nella mia bocca.
Si sedette nuovamente sulla tazza del cesso dopo aver preso dai pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne accese una guardandomi a terra, ancora in ginocchio completamente nudo. Avevo il cazzo duro per l’eccitazione, ma quel silenzio mi fece capire che i ...