1. Piccoli suicidi in pubblico


    Data: 17/08/2024, Categorie: Esibizionismo Autore: Nero di Penna, Fonte: EroticiRacconti

    ... scorso, i giovani in sala neanche capirono cosa stava facendo.
    
    • La quarta usò un fallo finto come pugnale. Finalmente un po’ di allegria, di sano erotismo. Nuda, si sedette per terra e spalancò le gambe. Elevò al cielo il cazzo finto guardando in alto e pronunciando una specie di preghiera. Poi, lentamente, se lo infilò dentro come fosse un pugnale, lentamente. La sua espressione facciale cambiava di momento in momento, finché non raggiunse lo spasimo. Della scena rimane una foto che abbiamo allegato al racconto.
    
    • La quinta decise di buttarsi dalla finestra. Si spogliò di corsa, come per evitare di essere fermata, poi aprì la finestra, salì lentamente sul davanzale, scalza, esitò un attimo, poi fece il grande tuffo, urlando. Applausi a scena aperta, anche se sapevamo che la stanza dove si svolgeva la festa era al pianterreno.
    
    • Più drammatica la sesta, soffocata da una busta di plastica. Mettersene in testa una non è un problema. Ma per morire asfissiati la respirazione deve farsi spasmodica. Cosa meglio di un vibratore inserito dentro la vagina? Esattamente quello che fece. Ma non è come nei film: ci vollero almeno venti minuti. Ottima interpretazione, finita con uno spasmo seguito dal rilassamento completo dei muscoli e pisciata finale.
    
    • La settima scelse (come la quarta) un fallo finto, ma ci si butta sopra con tutto il corpo. E qui la novità: prima lo mette dritto sul pavimento – è a ventosa – poi ci s’inginocchia sopra, come fosse una spada. Prova un ...
    ... primo orgasmo. Non contenta, ci riprova, stavolta però buttandocisi con tutto il peso del corpo. Muore trafitta.
    
    • L’ottava non si sveste. Veste una lunga tunica bianca e brandisce una corta spada giapponese, con cui fa una serie di volteggi rituali davanti a tutti. Poi segue il cerimoniale del seppuko. Il rosso del sangue tingerà lentamente il bianco candore della tunica.
    
    • La nona ci prova col fuoco. Si stende nuda di schiena per terra, poi si cosparge il corpo dall’ombelico in su con una serie di batuffoli d’ovatta imbevuti nell’alcool. Sarà lei stessa ad appiccare il fuoco. Attenzione a intervenire subito per spegnere tutto!
    
    • La decima come strumento del suicidio scelse il cazzo nero. Qualcuno in sala fece obiezione, ma in fondo il regolamento non escludeva gli umani come arma impropria, né erano autorizzate discriminazioni razziali. Quello che è vietato è dunque permesso. Una volta spogliata, fu prima oliata, poi lubrificata col gel davanti e soprattutto dietro. Quando entrò lo strumento della sua morte volontaria, tutti provarono un’enorme emozione. L’atteggiamento della ragazza inizialmente non fu passivo: per aiutare l’erezione fu un bel lavoro di mani e di bocca, davanti a tutti. Poi allargò le gambe e si fece prendere con violenza, cosa che il nero partner sembrava fare quasi meccanicamente. Grande stallone, ma poco espressivo. Ma quando lei s’inginocchiò e poi si chinò carponi chiudendo gli occhi e offrendo il culo, tutti capirono che l’esecuzione vera e ...