1. La cena delle cougar - terza parte: la figa dalmata


    Data: 10/09/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69

    ... suoi denti.
    
    Le lasciai l'iniziativa e la lasciai sfogare ancora un po' sul mio corpo ben contento di ricevere tutte quelle attenzioni e quella foga. Si era messa in ginocchio per spompinarmi a due mani. Con una mi massaggiava le palle e lo scroto, con l'altra mi segava il cazzo infilandoselo in bocca. Sbocchinava con passione. Mentre lo leccava mi guardava negli occhi. Provava piacere nel darmi piacere. Era una vera porca, repressa dalla vita matrimoniale.
    
    Meritava un bel premio: un cazzo in figa e tanta sborra calda.
    
    Ci sdraiammo lì dove eravamo, sul tappeto dell'ingresso. Lei sotto e io sopra. Ci vedevamo riflessi nello specchio del corridoio. Era maledettamente eccitante. Con la sinistra cominciai a stuzzicarle i capezzoli, a strizzare le tette generose, mentre con l'indice ed il medio della mano destra ero entrato a stimolarle oltremodo la vagina già bagnata.
    
    Aveva una gran voglia di godere, probabilmente non si ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva provato un orgasmo col marito.
    
    Le misi due dita in bocca e mi chinai a baciarle e leccarle la figa. Era profumata, sapeva di buono. Era tutta eccitata. Le succhiavo il clitoride, lo stimolavo con leggeri colpi di lingua, alternavo leccate più lunghe e profonde, mentre le dita si facevano strada dentro di lei.
    
    Sentivo che stava per esplodere, era tutto un fremito, una tensione, un ansimare. Quando venne lanciò un urlo di liberazione
    
    "Siiiii, siiii, ancora!!!" gridava mentre si contorceva per gli ...
    ... spasmi e le scosse di piacere.
    
    Adesso toccava a me, pensai.
    
    La infilai così come stava, senza preamboli. Le ficcai il cazzo duro fino in fondo alla vagina, con le palle che sbattevano contro le sue natiche. Spingevo avanti e indietro ma era talmente bagnata che in quella posizione sentivo poco attrito. Senza nemmeno sfilarlo la girai prima su un fianco, continuando a stantuffarla per bene, e approfittando della posizione per sculacciarla ben bene, e poi la misi a pecora. Ero riuscito a ruotarla di 180 gradi senza uscire neanche un secondo col cazzo ben piantato nella figa. Le strinsi le chiappe, rosse a forza di sculacciate. Sentivo le pareti della vagina più strette attorno al mio uccello le cui terminazioni nervose mandavano impulsi elettrici al cervello. Davanti a noi ora lo specchio rifletteva l'immagine di me piantato sulle caviglie impegnato a sfondarla dall'alto in basso con il massimo della foga e delle spinte. L'uccello entrava ed usciva in tutta la sua lunghezza.
    
    "Si dai, così, così! Ti sento! Ti sento! Mi piace! Vieni! Sfondami!!!..."
    
    In quel momento uscii dalla sua figa calda spingendola in avanti e tenendomi stretto il cazzo cominciai a spruzzare schizzi di sborra sulla schiena, sui capelli, sul culo finché le palle non furono completamente vuote e Monika totalmente inondata di sperma.
    
    "Era dalla cena di Ferragosto che aspettavo questo momento" mi disse "lo avevo immaginato mille volte, proprio così" e mi schiocco' un bacio sulla cappella viola.
    
    "Per ...