La benzinaia
Data: 09/08/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Arturo72, Fonte: Annunci69
... il tessuto.
Li guardo, non resisto. Lei guarda me che li guardo. Io guardo lei che guarda me. Ci ricambiamo il solito sorriso, ma oggi – dopo tutto questo tempo - ha preso un connotato di complicità. Forse il fatto di essere soli, quasi. Forse altro, non ho idea, ma prendo il coraggio a due mani e parlo.
“Trova la scusa che ti pare, ma portami dentro il tuo ufficio”, le dico sottovoce.
Mi guarda, tra lo sbigottito, l’imbarazzato e l’intrigato. Mi fissa, e io glielo ripeto, col solito tono, ma scandendo più lentamente le parole: “Trova - la scusa - che ti pare - ma - portami – in - ufficio” .
Ci sono due auto alle pompe, e nessun bisogno di lei perché tutto automatico.
“Ti vado a prendere la tanica”, mi dice a voce forse anche troppo squillante. I due che stanno facendo rifornimento nemmeno si accorgono di cosa sta per succedere. Si allontana verso quella che una volta era l’officina e io, forse 30 secondi di attesa, la seguo.
Apro la porta dell’officina. Il contrasto col fuori mi rende l’ambiente buio. Cerco di mettere a fuoco ma non la trovo. Faccio qualche passo e vedo una luce accendersi, in un secondo locale.
Proseguo e mi soffermo sulla porta.
E’ in piedi, culo appoggiato ad una scrivania, caviglie incrociate e braccia conserte. Mi guarda, mi fissa. Io la guardo, e la fisso. Indossa dei pantaloni fin troppo larghi per il suo fisico. Le scarpe antinfortunistiche.
“Se fossi nuda, con solo un paio di deolté ai piedi, non saresti altrettanto ...
... sexy” le dico.
“Se fossi nuda, con soltanto un paio di decolté ai piedi, ce l’avresti duro”, mi sfida.
Entro dentro, mi chiudo la porta alle spalle. Mi avvicino e mentre lo faccio mi tolgo la cintola e mi sbottono i jeans. Il cazzo è di marmo, ma lei lo sapeva perché l’aveva puntato fissandomi. Spero.
Sono di fronte a lei, i jeans abbassati alle caviglie e il cazzo di marmo che le si appoggia alle cosce. Le metto una mano dietro la nuca e la bacio. La lingua calda, caldissima. Una lingua avvolgente che sa come si bacia. La giro, staccandomi dalla sua bocca, e la appoggio alla scrivania : lei si slaccia i pantaloni e li lascia cadere in basso.
Ha un perizoma bianco, candido che contrasta con l’abbronzatura perfetta del corpo. Un culo da ventenne, duro, definito.La mano che era sulla nuca le si appoggia sulla schiena, premendo perché si abbassi e si pieghi.
Mi sputo sulle dita, le scosto il perizoma e avvicino le dita alla sua fica. Non serve, è un lago.
Me ne fotto di non avere preservativi, non me ne frega una sega. Voglio morire per quella scopata, se serve.
Me lo prendo in mano col solito orgoglio, le allargo le chiappe con una mano e avvicino la cappella tesa e dura. Scivolo dentro come fossi sul sapone.
E la pompo, la pompo come se non ci fosse un domani. Forte. Forte come nemmeno io ne ho idea. La voglia di riempirla che mi è presa è incontenibile. Le scopo la fica e penso a scoparle quel culo. Ma proseguo, non mi stacco, non mollo. Continuo come un ...