Mi distruggi l’animo e il cuore
Data: 08/08/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Tante persone affermano segnalando che le donne sorpassino e superino qualsiasi sciagura e qualunque tragedia, ma che affondino e s’inabissino definitivamente per amore. Quel giorno, effettivamente, il sole splendeva rabbioso nella piccola e animata città, le adolescenti e le meno giovani danzavano sotto gli antichi portici a due passi dai rigogliosi giardini, mentre io ero ricoperta di un’abbronzatura color cioccolato fondente.
Quella volta io lo rincontrai dopo parecchi anni con la camicia scucita e abbandonata sui jeans in un angolo d’inferno, peraltro bloccato e interdetto alla borghesia, lui idolo, simulacro e indiscusso sogno del dolce ritrovo veneto dell’epoca, giacché un’occhiata mi bastò per capire che sarei stata sua, per sempre. Un fulmine apparente quanto inatteso quel pomeriggio mi squarciò il cuore, dilaniandolo e riducendolo in brandelli meschini, perché incendiò radicalmente tutti i miei desideri inascoltati, mi consumò le viscere e m’incise l’epidermide, giacché sulla pelle presento ancora le cicatrici dolenti e solcanti.
L’ustione d’amore è astratta e invisibile agli occhi peraltro impreparati e inesperti, però se ne legge il codice occulto e segreto nell’anima, sia incisa a scalpello che intarsiata in rilievo come il codice Braille, non esistono calmanti né cure né medicamenti né sedativi. Amare è il peccato più grande e più imponente se si può definire tale, però l’unico che meriti e che valga il paradiso come ricompensa. Si fa bene del ...
... sesso solamente per amore, perché il resto è pura, schietta e virtuosa prestazione.
Lui era il profumo di nocciole tostate, il succo di carnosi limoni, il lievito di pane fumante, perché aveva il sapore d’un caramello bruciacchiato, il profumo del latte appena munto, di biscotti e di pasta frolla. Lui era il canto del gallo all’alba, il richiamo dell’arrotino del paese, lo schianto dell’onda contro lo scoglio, in quanto aveva la fragranza della pioggia sottile nei giorni d’estate, della polpa succosa della pesca e del fuoco solare al tramonto.
Lui era il crepitio della legna nel camino, i fiocchi di neve di gennaio, il sorriso d’un bambino, perché profumava di vino novello, di terra bagnata e di brezza salmastra. Lui era il salice piangente nel mezzo del cortile, il calore d’un uovo appena covato, il tasto incantato d’un pianoforte, giacché costituiva rappresentando in definitiva la mia semplicità quotidiana, la completezza dell’anima mutilata, la passione e il desiderio di vivere. Quando s’attacca e si combatte però da soli la guerra si è già persa in partenza, poiché l’appassito e l’inaridito cuore alterano manipolando scusanti indubbie. Un artiglio nemico scortica le interiora intorpidite, l’anima sanguina, i rancori e le ostilità accese cerchiano di nero gli occhi e le lacrime pesanti indeboliscono le pupille stanche.
I nostri ritratti si sono confusi in un gioco eternante di fotogrammi sovrapposti, in un naufragio glorificante e instancabile dello ...