IN VACANZA CON LA FIDANZATA 3°
Data: 04/08/2024,
Categorie:
Voyeur
Hardcore,
Autore: Denis1956, Fonte: xHamster
3°
Porco. Porco. È un vero porco. Si sta fottendo la mia ragazza. Lei è messa alla pecorina sul nostro letto e lui, nudo, la sta fottendo a uccello nudo. Non gli è nemmeno passata per la testa l’idea di mettersi un preservativo. Ma forse è colpa del desiderio troppo intenso, che ha fatto perdere la testa a tutti noi. Mamma mia che monta furiosa. La squarta, la mia donna. Colpi su colpi, gemiti e mugolii che si intrecciano, si fondono. In piedi, dietro Valerie, le allarga le natiche per spingerglielo – se possibile – ancora più in fondo. Di cazzi ne ho visti tanti, ma così grossi mai. E lei mugola e geme. Sembra che debba crollare sotto i suoi colpi da un momento all’altro, ma resiste, il suo bacino si muove per accoglierlo tutto. I suoi seni ondeggiano, scossi dai colpi d’ariete del cameriere. Alla fine c’è riuscito a chiavarmi la donna, il porco. E adesso, io, nudo, su una poltrona, con il membro in mano, sono cornuto. Irrimediabilmente cornuto. E per celebrare queste mie corna, che si allungano ad ogni colpo di cazzo che lo stallone infligge alla mia donna, mi masturbo freneticamente.
Ho ancora negli occhi cos’è accaduto. Dopo l’esposizione del suo membro nel ristorante, tutto riprese normalmente. Quando ci serviva le ordinazioni, si lasciava andare a qualche commento salace, ma niente più. Ormai era chiaro a tutti cosa sarebbe accaduto dopo. A me, a Valerie, ma soprattutto a lui. Ci informò che sarebbe stato libero tra le tre e le sei del pomeriggio, oppure dopo le ...
... due di notte. L’impazienza è giovane. Valerie lo voleva subito, senza peraltro escludere di poterlo poi rifare anche di notte. Io ero titubante, avevo un folle desiderio di assistere all’accoppiamento tra la mia dea e quel toro da monta e dall’altro avevo mille pudori sociali: e se poi – una volta trafitta la mia donna - mi sputtanasse per tutta l’isola? Quel giovane cameriere di lì a poco mi avrebbe cornificato senza pietà. Sapevo bene che non si sarebbe rivelato timido. Perché avrebbe dovuto esserlo visto che la sfrontatezza lo aveva premiato con una simile preda?
Alle tre e un quarto eravamo insieme diretti verso il nostro appartamentino di vacanza. Alle tre e mezzo, con i bicchieri neppure toccati, Valerie era già tra le sue gambe a succhiargli il membro, a leccargli i coglioni, a cantare le lodi di quelle dimensioni, di quel profumo, poi rivolgendosi a me:
- Guarda com’è grosso. Questo mi farà male, ho un po’ di pau… - non poté terminare la frase, che lui le schiacciò la nuca sul suo bastone di carne.
- Non parlare, succhia. Ci penso io a spiegare al tuo uomo quanto è cornuto. Guarda come ce l’ho grosso. Scommetto che il tuo non è così. Tiratelo fuori, fammi vedere come ce l’hai. O ti vergogni?
Effettivamente mi vergognavo. I bull di solito nei confronti del cornuto assumono un atteggiamento complice, mentre questo stallone bastardo era strafottente. E io ero in sua balia. D’altronde cos’altro potevo fare? Non era forse vero che la mia donna era lì accoccolata ...