Mia zia Paola
Data: 31/07/2024,
Categorie:
Feticismo
Maturo
Tabù
Autore: blowes, Fonte: xHamster
Era il 1973, tornavamo per le vacanze estive, in quel piccolo paese, ogni due o tre anni, (dove erano nati i miei). Avevo 19 anni e l’ultima volta eravamo tornati tre anni addietro.
Io andavo ad abitare dai miei nonni, in una grande casa con un bel giardino. In quella casa oltre a loro era rimasta mia zia Paola, allora aveva 52anni, bella, bruna, un po’ grassoccia, con due tettoni enormi e un culo monumentale. Non si era sposata, non le piacevano quei quattro giovanotti del luogo, aspettava, il grande amore che l’aveva lasciata un po’ di anni prima.
Fin da ragazzo, le mie fantasie erotiche erano stuzzicate da lei, in qualche modo era stata l’oggetto della mia sessualità, il mio sogno erotico, Ma adesso molte cose erano cambiate.
Mia zia aveva ben capito che non ero più il suo ragazzino, e alcuni suoi atteggiamenti erano cambiati. Stavolta non si era lasciata andare alle sue effusioni come gli anni precedenti. Mi aveva guardato con un certo sorriso, complimentandosi per lo sviluppo che avevo fatto, dicendomi che ero diventato un bel giovanotto.
La mia stanza era attigua alla sua. e i miei nonni dormivano al piano superiore. Durante la notte mi alzavo per andare in bagno passando davanti la sua stanza. Tenevamo le porte socchiuse per agevolare l’areazione perché il caldo era soffocante. La luce lunare illuminava la stanza, e Lei dormiva indossando una leggera e trasparente vestaglia, che metteva in risalto il suo corpo. Rimasi ad osservarla e notavo il suo bel corpo ...
... avvolto da una leggera e corta vestaglia. Andai in bagno e trovai su uno sgabello il suo reggiseno e le sue mutande,notai le misure notevoli portava una ottava di tette e la 5 di mutandine. Un desiderio mi pervase, presi quella biancheria e cominciai ad odorarla bramosamente, quell’odore di figa e piscia mi eccitava e cominciai a masturbarmi, quando stavo per venire avvolsi il mio cazzo con le mutande riempendola di sborra.
Durante la giornata, spiarla nella sua intimità era diventata la mia unica occupazione. Con un libro in mano facendo finta di leggere la seguivo passo, passo.
Non mancava occasione che quando lavava i panni, mi avvicinavo con una scusa per vederle i le tettone che sembravano uscir fuori dalla camicia o mentre stendeva la biancheria su un muretto, sbirciavo sotto la sua veste per guardarle le cosce. Lei faceva finta di nulla ma mi guardava con un certo sorriso. Dicendomi: - studia che devi laurearti.
Quando qualche volta uscivamo per fare spese, mi metteva sottobraccio e io facevo di tutto per farle sentire la mia mano sui suoi seni, lei mi lasciava fare, fino a quando non si staccava con una scusa, accorgendomi che dalla camicia i capezzoli le erano diventati duri e lei si metteva le braccia congiunte per nasconderli.
Una notte terribilmente afosa, non potendo dormire per il gran caldo, mi ero svegliato, decidendo di andare in giardino per trovare un po’ di refrigerio.
Mi sedetti su una sedia a fumare una sigaretta. Tornando a letto sentivo ...