Servizio ncc con sevizie – parte 3
Data: 27/07/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Darkdaddy, Fonte: Annunci69
Attenzione: le scene descritte in questo racconto potrebbero urtare la vostra sensibilità. Se vi ritenete sensibili, non proseguite.
Le urla di Matteo mi svegliarono. La luce del giorno filtrava dalle finestre poste in alto.
Aprii gli occhi e lo vidi per terra, di lato, ancora seduto sul dildo, mentre cercava di divincolarsi senza riuscirvi. Aveva fatto cadere la sedia nel tentativo di alzarsi, tuttavia ciò non gli aveva permesso di estrarre quel corpo estraneo dal suo culo.
Mi resi conto che anche Nicola si era svegliato, ma la posizione in cui si trovava, ben legato mani e piedi con catene, con l’imbuto e col mega dildo nel culo, non gli facilitava alcun tipo di movimento. Notai che teneva gli occhi chiusi, quasi a non volerci vedere né a farsi vedere, ed il volto rigato di lacrime mi colpì profondamente, lui che era un vero duro.
“Cazzo succede? Cosa ci facciamo qua? Dove siamo finiti?!”. Matteo era in preda all’isterismo. Evidentemente la droga aveva fatto più effetto a lui che a me, per cui aveva realizzato solo al suo risveglio lo stupro e le torture che aveva subito, e certamente quel dildo completamente dentro il suo culo non contribuiva a tranquillizzarlo.
“Matteo… per quanto difficile… stai calmo…
“Calmo un cazzo!! Cosa mi hanno fatto… cos…” i suoi lamenti e i suoi singhiozzi rendevano impossibile la comprensione delle sue parole.
“Matteo… lo so, è spaventoso… se è per questo, Nicola sta messo peggio di te, guardalo... Nicola, se mi senti, ...
... muovi un po’ la testa”. La sua testa si spostò lievemente, così continuai a parlare.
“Siamo usciti dalla discoteca e l’autista della società NCC ci ha proposto di portarci ad un after.
Appena scesi dal van, ci hanno narcotizzati, e ci siamo risvegliati completamente nudi, imbavagliati ed incatenati.
Sono entrati degli uomini, con addosso un camice medicale ed una maschera del diavolo, che si sono disposti a gruppi da tre attorno a noi, ed uno di loro rimaneva al centro. Dopo che si sono tolti il camice, ci hanno fatto bere qualcosa che conteneva droga, e poi siamo collassati”.
Trovavo insensibile raccontare loro quello che, inconsciamente, avevo visto accadere, tanto più che avrebbero potuto sentirmi anche gli aguzzini, scoprendo che in realtà avevo testimoniato le loro perversioni malefiche, che per cui tralasciai il resoconto dettagliato e optai per una constatazione della situazione di fatto.
“A giudicare da come siamo sistemati, temo abbiano disposto dei nostri corpi come hanno voluto… Nicola, ci sei?”.
Udì un flebile suono tramite l’imbuto.
“Ma chi sono?? Cosa vogliono??”. Matteo parlava a tono sempre più basso, pervaso dalle lacrime.
Si aprì il portone in quel momento, e si accesero le potenti luci al neon.
Entrarono circa una ventina di uomini, tutti incappucciati, vestiti di tuniche bianche.
“Diamo inizio al quarto gioco. Purtroppo, noto con rammarico che la scenografia è stata in parte rovinata, ma il pronto intervento di due volontari ...