Padrone XII - Lavoro
Data: 08/09/2018,
Categorie:
Anale
Dominazione / BDSM
Autore: Akai_, Fonte: xHamster
... fare, le arrivò ad un passo di distanza, ancora al di là della porta e senza dire una parola ma neanche senza distogliere gli occhi da lei richiuse la porta lasciandola nel corridoio.
Sentiva che doveva fare qualcosa, anche solo pensare qualcosa ed eseguirla ma la sua mente era completamente vuota dallo shock.
“Sei licenziato!”
Il tuonare di quelle parole la ridestò, l’unica cosa che riuscì a pensare fu di scappare e lo fece immediatamente e di corsa, letteralmente con la coda fra le gambe che le accarezzava inopportunamente le cosce. Per la paura andò direttamente in camera sua, al suo posto sul cuscino vicino la poltrona, mettendosi autonomamente in punizione ed aspettando quella vera di Padrone.
L’attesa fu estenuante, il tempo sembrava scorrere più lentamente del solito, nella sua testa si dipinsero tutti i modi in cui sarebbe stata punita. Avrebbe accettato tutto, qualunque cosa purché le permettesse di stare ancora vicino a lui…
Infine arrivò, serio come al solito ma ancora arrabbiato, si vedeva palesemente dai suoi movimenti rigidi. Senza dire una parola le si avvicinò, lei abbassò gli occhi sapendo si essere nel torto, la afferrò dal collare senza cura e la trascinò per la stanza. Cercava di stare al passo ma andare carponi in quel modo le stava facendo male alle ginocchia, sentiva anche il dolore del collare che le stringeva la pelle soffice del collo.
La portò in bagno, come fosse una bambola di pezza la alzò da terra facendole superare con il ...
... busto il bordo della vasca idromassaggio e per un attimo sembrò attenuarsi la sfuriata. Era appesa in quel modo sul bordo, la testa a poggiare sul fondo ed i piedi ancora a terra, rimase immobile per il terrore nonostante sentisse l’addome troppo compresso da quella posizione. Ansimava, già piangeva, non l’aveva mai visto così arrabbiato, lei che voleva farlo calmare alla fine aveva solo peggiorato le cose. Le afferrò la coda, fece appena in tempo a rilassare l’ano che se la sentì strappata via per poi cadere sonoramente a terra. Immediatamente sentì abbattersi sul suo sedere uno schiaffo e poi un altro. Li sopportò a malapena senza urlare ma già sentiva la pelle arderle per i colpi.
“Tu. Sei. Una. Lurida. Ti. Avevo. Detto. Che. Avresti. Dovuto. Indossare. Le. Scarpe. Per. Camminare. Sul. Marmo. Per. Colpa. Tua. Le. Governanti. Devono. Pulire. Di. Nuovo.”
Ogni parola era sottolineata da uno schiaffo sul sedere, sempre più forte. Urlava dal dolore, per quello che poteva si teneva aggrappata per non scivolare troppo sotto la forza di quella mano, ma non si dimenava, era giusto ricevere tutta la sua punizione. Il suo sedere era così rosso e pulsante che le sembrava avesse perso la sensibilità, ma in realtà il dolore, acuto e bruciante era costante.
Quasi strappandoglielo di dosso, le tolse il vestito e nuda com’era, senza nessuna cura la afferrò da una caviglia e la fece capitombolare nella vasca. Cominciò a bagnarla con in soffione, anche l’acqua le faceva male sulla pelle ...