1. Giornalista di guerra


    Data: 15/07/2024, Categorie: Sesso di Gruppo Etero Autore: darksideof84, Fonte: RaccontiMilu

    ... cinque minuti, ribussò di nuovo. Pensò a come in quei cinque minuti appena trascorsi, di corsa, sarebbe riuscita ad andare e tornare dal bagno perprendere l’oggetto. Ma in quanti minuti l’avrebbe rimesso? L’idea di farsi trovare impreparata le tolse quel pensiero. Erano quasi passati dieci minuti, bussò una terza volta. L’ansia cominciava a salire, la paura traboccava da ogni suo poro. E se avesse dimenticato o non ascoltato qualcosa di quanto le era stato detto? E se avessero scoperto quella sua mancanza? E se fossero scappati tutti?
    
    La tensione le fece piegare la testa ancora più giù, le mani a coprire il volto, ancora più esposta in quella posizione quadrupede ed oscena. Era un verme nudo, ridicola pensò, ma non si sarebbe mossa di lì per niente al mondo, avrebbe atteso, troppa la paura di essere ricatturata.
    
    Finalmente, dopo quasi quindici minuti, sentì il rumore di una serratura in movimento e lo scatto del portone che si apriva rumorosamente. Non osò alzare lo sguardo, guardare chi ci fosse ad attenderla. Rimase ferma ed in posizione tremando. Una mano le toccò una spalla, salì verso i suoi capelli, afferrandoli e tirandola all’indietro. Sentì l’alito sul collo, delle dita di una mano tastare le sue grazie e le sue chiappe in maniera ruda e rapida e poi, improvvisamente, sentì un “clic” sotto l’orecchio. Le avevano messo un collare attaccato ad un guinzaglio.
    
    Si girò finalmente a guardare chi fosse il carceriere di turno e rivide DaMarcus. Quell’uomo ormai, ...
    ... era palese, l’aveva presa come suo oggetto personale di sfogo. DaMarcus le menò due schiaffoni sulle chiappe e cominciò a tirarla. Sara non era abituata a camminare in quella posizione, soprattutto a quella velocità e dovette farsi forza per non rimanere strozzata dal collare. Con un po’ di fatica entrambi attraversarono il portone e Sara si sentì inondare da uno sgradevole odore di muffa, umidità, acqua. In lontananza notò dei soffioni e delle piastrelle e postazioni tipiche da doccia. La stanza nell’oscurità sembrava enorme, come tutte le altre viste finora. L’avrebbero finalmente lavata? Ma soprattutto – pensò ansimando – chi l’avrebbe lavata? L’opzione di una gradevole doccia calda da sola, in tutto relax, fu un sogno fugace che andò subito via.
    
    DaMarcus la lasciò in un punto buio, non molto lontana dalla parete ad est, allungando il guinzaglio del collare per restare a qualche metro da lei. Sul momento Sara non capì quel comportamento, ma tutto le fu più chiaro qualche secondo dopo, quando una lampadina venne accesa proprio sopra la sua testa. Nella penombra vide spuntare gli altri tre omoni che aveva conosciuto in quei giorni, tutti armati di diversi secchi d’acqua e di alcuni scopettoni.
    
    All’istante si vide circondata ed assediata da secchiate d’acqua che cominciarono ad essere scagliate contro di lei. Un alternarsi di acqua ghiacciata e calda, un fuoco incrociato, che la fece scattare spaventata nel tentativo di divincolarsi da quella zona di tempesta. Ma ogni ...
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