1. La figa di mia sorella - 2


    Data: 03/07/2024, Categorie: Etero Autore: Solo_per, Fonte: Annunci69

    Adele disse ad un certo punto:
    
    - Ti devo una spiegazione.
    
    E cominciò a raccontare:
    
    - Mia sorella era fidanzata con un avvocato di Parma un po’ più grande di lei. Famiglia nota, studio legale molto avviato.
    
    Lei non è come me, non aveva una grande esperienza con gli uomini, ma è sempre stata buona e forse troppo sensibile. Non aveva mai fatto l’amore, era vergine.
    
    Son sicura che si volessero molto bene; Robertina mi diceva che lui era esageratamente rispettoso, che passavano dei pomeriggi davvero intensi fra loro, ma senza arrivare a fare l’amore.
    
    Era più lui a frenarsi, e si capiva che non voleva mancare di rispetto a Robertina, quasi che il loro rapporto fosse così prezioso da non potersi banalizzare, che il far l’amore sarebbe arrivato al tempo giusto.
    
    Mia sorella mi è sembrata lusingata da questo atteggiamento, e capivo che considerava il loro rapporto molto promettente; le piaceva un uomo bello e delicato nei sentimenti, così preso di lei. Tutto sommato era felice e sicura nelle sue aspettative.
    
    Una sera finalmente lui chiese a Robertina di restare a dormire. Il famoso avvocato viveva ancora con la mamma, ma la casa sarebbe stata libera quella notte.
Robertina capì la novità della cosa. Non era mai successo che progettassero insieme una notte intera.
    
    Arrivò all’appuntamento molto carina, un po’ ansiosa ma certo serena. Fu invece colpita dalla evidente agitazione del fidanzato, e dalla maniera un po’ forzata con la quale, saltando quei ...
    ... preliminari e quei giochi che tanto facevano insieme, volle andare in camera da letto prima possibile.
    
    Lì accadde il disastro. Non riuscirono a fare l’amore. Lui era disperatamente ansioso, saltando ogni momento di dolcezza e di preparazione si buttava continuamente addosso a lei certando di penetrala, senza riuscirci poiché il suo pisello terrorizzato restava piccolo e moscio.
    
    Nemmeno l’affetto di Robertina verso quella cosina morbida (che pure in passato lei aveva tenuto in mano, indurito, baciato, fatto venire) rimediò. L’uomo era in uno stato di ansia e di impazienza che lo riduceva ad uno straccio.
    
    Pregò Robertina di lasciarlo solo, le chiamò un taxi; lei andò via, con l’ultima immagine del suo fidanzato nel vano luminoso della porta, agitato e accasciato insieme.
    
    Il giorno successivo non ci fu verso di parlare con il suo uomo. Era sparito da casa, sparito dallo studio, volatilizzato.
    
    Mancò dalla città un mese intero, e quando rientrò non era più lui. Deperito, immusonito, depresso. I soci dello studio lo protessero dai clienti, con i quali non parlava più, e lo tennero in seconda fila a scrivere atti.
    
    Per Robertina non fu più possibile parlare con il fidanzato; la mamma di lui fu cortese ma ferma nel dirle che il figlio non poteva incontrare nessuno, ed anche nell’ambiente dello studio legale fu la stessa cosa. Effettivamente quell’uomo stava proprio male.
    
    Puoi immaginare cosa ha significato questo per Robertina.
    
    Probabilmente si prese lei, sbagliando, le ...
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