Lezione serale 02
Data: 30/06/2024,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... anche ora ti stai bagnando.”
Mi guardai intorno, quella vocina mi sembrava davvero reale, anche se sapevo che era solo la mia mente a parlarmi.
Sì, la mia mente.
Ma allora, se la mia mente mi diceva quelle cose … allora … allora mi piaceva davvero e … e mi piaceva anche in quel momento?
“Ci stai pensando – ancora lei, la vocina perversa – lo so che ci stai pensando, perché ti piace, non è vero?”
“Ma cosa vuoi da me? – mi stupii a parlare con quella voce, una voce senza corpo – cosa vuoi che faccia?”
“Apri le gambe, passati un dito tra le grandi labbra e capirai.”
Come un automa feci quello che i miei stessi pensieri mi dicevano di fare. Mi toccai tra le gambe e sentii le dita bagnarsi.
Tolsi immediatamente la mano e guardai le mie dita bagnate.
“Oddio, no, no, no.”
Dissi quasi con disperazione.
Le mie dita erano la prova. Quei pensieri, quello che avevo fatto, quello che provavo, quello che … oddio, mi stavo eccitando davvero.
“Non è possibile – dissi senza parlare – io non sono così, non può essere, non posso essere così!”
Guardai la tazza di camomilla ancora piena a metà e decisi di berla subito, dovevo calmarmi, dovevo dormire, forse la notte mi avrebbe fatta star meglio, forse il sonno mi avrebbe liberata da certi pensieri.
Finii di sorseggiare la camomilla cercando di non pensare. Posai la tazza nel lavello e aprii l’acqua fredda. Mi sciacquai il viso e mi asciugai con lo strofinaccio.
Mi sentii meglio.
Volevo dormire, ...
... dormire e non sognare.
Domani sarebbe stato un giorno migliore.
Andai in camera mia, mi misi nel letto, spensi la luce, mi sistemai sotto le coperte e mi addormentai.
Anche la mattina dopo mi svegliai sudata, sentivo le lenzuola e la camicia da notte bagnata.
Mi sedetti sul letto e ricominciai a pensare. Ma quando mi sarebbe passato? Quando sarei potuta tornare alla normalità?
“Buongiorno mia cara – rieccola quella vocina – sei ancora così pensierosa? Su, alzati, presto, devi vedere una cosa.”
Mi alzai subito, quasi volessi ubbidire a quella vocina, come un gattino curioso che vuole capire cosa avrei dovuto vedere.
Andai allo specchio del guardaroba e mi guardai. Il sudore aveva appiccicato la camicia da notte sulla mia pelle e le mie forme si vedevano perfettamente, così come i capezzoli ritti sotto la stoffa.
“Ma lo vuoi capire che sei una bella donna – ancora la vocina – è anche logico che ti guardino con interesse ed è anche giusto che ti piaccia essere guardata.”
“Ma cosa dici – risposi alla vocina – non è possibile che mi piaccia essere guardata, non è normale interessarsi a un corpo piuttosto che alla cultura e all’intelligenza.”
Forse stavo impazzendo, crearmi una vocina immaginaria e addirittura risponderle anche a voce. Mi venne quasi da ridere, ma continuai a osservare quel corpo nello specchio.
Certo non era male, gambe lunghe, provai anche a sollevarmi sulle punte dei piedi per slanciarle ancora di più, seno forse un po’ piccolo, ma ...