Lezione serale 02
Data: 30/06/2024,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
Pensieri
La notte del venerdì dormii malissimo, a tratti, svegliandomi di continuo, sudata e terrorizzata.
Avevo ancora negli occhi gli sguardi e le risatine dei miei alunni, di quelli che stavano proprio di fronte a me, i più grandi e i più indisciplinati.
Li vedevo avvicinarsi a me, come in un film dell’orrore, avvicinarsi ridendo e con le mani tese, pronte a toccarmi, a farmi chissà cosa, forse a violentarmi.
“Stupida, stupida, stupida.”
Era la parola che mi ripetevo di continuo.
Ma come mi è venuto in mente?
Ma cosa pensavo di fare?
E poi al parcheggio, la paura di essere inseguita, la paura che potesse capitarmi chissà cosa.
Mi alzai dal letto fradicia di sudore e andai in cucina.
Avevo la testa che mi girava e la fronte che scottava.
Aprii il frigorifero e presi la vaschetta col ghiaccio. Avevo brividi di freddo, ma la testa era un focolare acceso. Mi sedetti accanto al tavolo della cucina e mi passai più volte la vaschetta del ghiaccio sulla fronte e sulla nuca. Provai finalmente un senso di freschezza e di rilassamento.
Pensai che fosse meglio farmi una camomilla per riuscire a calmarmi e a dormire.
Come un automa misi il pentolino con l’acqua sul fuoco e presi dal pensile in alto una bustina di camomilla.
Avevo lo sguardo fisso nel vuoto, rivolto ad un infinito oltre le pareti della casa, verso un ipotetico orizzonte che non potevo certo vedere, verso pensieri sempre più forti, sempre più martellanti.
Il rumore ...
... dell’acqua che bolliva mi fece trasalire, con le mani tremanti mi preparai la camomilla e, seduta vicino al tavolo, iniziai a sorseggiarla.
Il mio sguardo non percepiva nulla, solo le figure nella mia mente e solo tanti, tantissimi pensieri che entravano e uscivano, passavano senza fermarsi, lasciandomi nella mente qualche parola, qualche sensazione assurda per me ancora inconcepibile e incomprensibile.
Cominciavo anche a ragionare, ma era nell’ordine naturale delle cose.
La mia mente matematica e logica cominciava ad avere il sopravvento, ma il ragionamento, i pensieri, le sensazioni, quel turbinio di cose che si muoveva nella mia mente mi mettevano paura, tanta paura da farmi addirittura tremare.
Mi ero fatta guardare, ammirare, con sfrontatezza.
Di certo non ho impedito nulla, non mi sono fermata, non mi sono coperta, non ho fatto nulla per impedire che mi guardassero. Anzi, tutt’altro, li avevo persino agevolati.
E poi quella vocina, quella che mi spingeva a continuare, ora la sentivo ridere, ridere di me.
“Ma perché stai a rovinarti il cervello – mi diceva con sarcasmo – era chiaro che lo volevi, ti volevi far guardare e ti piaceva che lo facessero. Quindi ora è inutile che ti tormenti.”
Certo, quella vocina aveva ragione, il ragionamento filava a meraviglia: se avevo fatto quello che ho fatto sicuramente mi piaceva … ma perché poi mi piaceva?
“Dai che ti piace – ecco ancora quella vocina – scommetto che in classe ti sei anche bagnata. E scommetto che ...