La mamma del nostro amico
Data: 29/06/2024,
Categorie:
Incesti
Autore: Raccontoeros, Fonte: EroticiRacconti
Ricordo quei momenti come se fosse ieri. Quel salotto, quella veneziana semichiusa... quell'elettricità dell'aria che spaccava il respiro e la mente.
Eravamo poco più che adolescenti e certe situazioni inevitabilmente ti segnano a vita.
Ci sono episodi che restano solo ricordi, altri fanno da linea spartiacque del proprio avvenire.
Credo infatti che in quegli anni il mio interesse spasmodico verso l'universo femminile abbia intrapreso strade più irte e pericolose.
Il proibito al limite del morboso prese a tempestare tutte le mie fantasie e i miei desideri.
Io e i miei amici frequentavamo casa di Giovanni abitualmente ormai dall'inizio dell'anno scolastico.
Eravamo al primo anno di liceo. Mi presentavo sempre per primo e intorno alle 15, alla spicciolata, arrivavano tutti gli altri: Marco, Lucio e Andrea.
In cinque ci dividevamo i compiti: chi riassumeva i capitoli di storia, chi si dedicava alla matematica, chi al latino.
Poi tutti spiegavano tutto agli altri. In un paio d'ore i compiti erano belli che conclusi.
Giovanni era il più secchione di tutti. Gracilino, coi tratti ancora marcatamente da ragazzino, senza un filo di barba, dava un'impressione di fragilità sconcertante e il bisogno di dover essere protetto costantemente. Protetto da chi si approfittava del suo essere mansueto e dai bulli che lo prendevano in giro.
Loredana, la madre, doveva averlo capito e non lo mollava un attimo: accompagnandolo a scuola, all'allenamento di basket ...
... serale, sorvegliandolo durante i compiti.
Mai che lo mollasse un attimo da poter imparare a cavarsela da solo.
Così in quei pomeriggi, la presenza della signora Loredana durante i nostri incontri era una costante.
Non che ci dispiacesse...tutt'altro. la signora Loredana era una donna molto bella. All'epoca avrà avuto poco più di quarant' anni. Mora, carnagione molto chiara, occhiali un po' demodé su un viso quasi mai truccato a dovere. Una donna come tante che si ammazzava di lavoro in ufficio la mattina e cercava di tirare avanti la casa e i figli come poteva al pomeriggio.
Ma era il suo corpo a darle gloria: gambe slanciate, un culetto geneticamente alto, visto che non aveva neanche il tempo di andare in palestra, un seno da riempire sicuramente una quarta che sembrava non appartenere a quel volto angelico da casalinga ordinaria.
Noi altri, nel turbine ormonale della nostra età, la squadravamo da capo a piedi ogni volta che entrava in camera del figlio con la scusa di rassettare o quando tardava a lavare i piatti dopo pranzo, solo per controllarci mentre facevamo i compiti in cucina. Come se avesse paura che gli amici stessi di suo figlio potessero bullizzarlo.
Giovanni si, era uno di poche parole, introverso e poco loquace anche con noi.
Credo che la madre appoggiasse i nostri incontri studio soprattutto per cercare di far sciogliere un po' il figlio e disinibirlo nelle relazioni. :-" Ciao ragazzi, come state?" ci salutava esordendo al pomeriggio con un ...