1. La vita non sempre è come la sogniamo noi.


    Data: 28/06/2024, Categorie: Racconti 69, Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu

    ... alludere all’argomento amplificava questa mancanza facendomi crescere il desiderio. Adesso posso dirtelo. Tu da tempo non ti sei più ‘avvicinato’ a me. Ti capisco, ma il mio corpo cercava sfogo, ma ti giuro non ho mai pensato di farlo con altri e non mi avvicinavo a te per non crearti ulteriori ansie. Stai già soffrendo abbastanza da allora. Quando tu eri in spiaggia mi stendevo sul letto e sognavo di far l’amore con te e mi masturbavo dandomi quel piacere che il mio corpo, i miei ormoni, reclamavano. Era diventato il mio, segreto, la mia dolce abitudine. Compensavo quello che non potevo avere e mi sentivo in pace. Il ritorno al lavoro ha scombussolato l’equilibrio che avevo raggiunto. Sin dal primo giorno pratiche da risolvere, riunioni su riunioni, sempre sotto pressione e quando tardi, finalmente, tornavo a casa la cena da preparare e sempre qualcosa da fare e comunque tu eri quasi sempre a casa. I miei momenti, come posso chiamarli? Di attenzione fisica rivolti a me? Spariti Sentivo che il mio corpo aveva bisogno di uno sfogo continuativo che non riuscivo a dargli. Sono giovane e lo so ,è brutto dirtelo : ho certe esigenze. Ti amo lo sai e lo so, ma il sesso mi son resa conto che mi mancava. Mi spiace’. Potevi dirmelo. Avremmo trovato una soluzione. Sai come ti amo e che per farti felice farei ogni cosa. Perché non me ne hai parlato? Non volevo farti del male. E allora? Quella sera , allo sudio,ero ai limiti della mia resistenza psichica. Avevamo avuto l’ennesima ...
    ... pesante riunione con degli ostici clienti. Le cose non andavano come volevo. Ero stremata. Quando Giorgio, il capo, mi chiese: Marta la vede stanca ed a volte pensierosa. Va bene? E’ il lavoro o qualcosa non va a casa? Crollai. Ti ho parlato di lui come figura carismatica ‘mi sentii come di fronte ad un confessore Sentivo il bisogno di ‘confessarmi’, di scaricarmi ,parlando, dei miei problemi. Parlai a ruota libera; il suo silenzio ed atteggiamento mi incoraggiava a parlare. Parlavo e parlavo e solo dopo realizzai che in fondo avevo parlato solo di te e me . Di come ci eravamo conosciuti, di quello che avevamo fatto e volevamo fatto insieme e di quello che era successo. E quando lui mi chiese come gestivo questa situazione. Gli risposi: così come sto facendo. E quando chiese: e per il sesso ? Ne avete parlato? Non riuscii a trattenermi e piangendo gli dissi delle mie turbamenti, dei miei imbarazzi , dei miei ‘vuoti’ Quel giorno indossavo quella leggera , bella, gonna a fiori che piace molto anche a te. Quella che arriva appena al ginocchio e che tu dicevi prima dell’incidente, poi non l’hai più detto, che se fosse stato possibile, mi rendeva ancor più femminile. Sopra avevo una camicetta chiara con un giacchino. Ero senza calze perché ero ancora abbronzata ed infine avevo i capelli sciolti. Piangendo avevo messo il viso tra le mani; mi vergognavo della mie infantile reazione di fronte a lui. Non lo vidi muoversi che all’ultimo momento; ,all’improvviso sentii delle mani poggiarsi ...
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