1. Io e Andrea. Capitolo tre


    Data: 26/06/2024, Categorie: Trans Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti

    ... snellezza della figura.
    
    Il gel brillava sui capelli raccolti e stirati nella crocchia alla base del cranio. Un rossetto vivace sottolineava la bocca carnosa e gli occhi come due carboni luccicavano impreziositi dietro il sipario del mascara. Meravigliosa, dissi fermandomi ad ammirarla ancora dentro la cornice della porta del bagno. Ma come potrò essere all’altezza di accompagnare tanta bellezza. Andrea rise di gusto, esortandomi ad indossare qualcosa di sportivo. Mi vestii di nero lucido, come piaceva a me nei momenti di grande briosità. Cenammo in un localino in riva al mare come due innamorati, e forse, anche se in quel momento non me ne rendevo conto, io lo ero veramente, e così lei, ma non bruciamo le pagine del racconto.
    
    Mi raccontò che utilizzava i mezzi pubblici perché le avevano ritirato la patente per un eccesso di velocità, possedeva un’auto sportiva cabriolet, un po’ “villana” e le piaceva far vedere fin dove arrivava. Questo lato del carattere mi affascinava e contrastava un poco con la sua immagine eterea. Dopo cena uscimmo a passeggio e di comune accordo scivolammo verso la spiaggia disertando la passerella delle coppie tirate a lucido. Ci liberammo delle scarpe per camminare sul bagnasciuga, in silenzio, mano nella mano. Mi sembrava di conoscerla da sempre e di lei non sapevo nulla se non che la volevo con tutto me stesso, desideravo sentirne il calore, il profumo, il suono della voce e l’immagine del suo corpo nel mio campo visivo.
    
    Rientrammo e dal ...
    ... momento che chiusi la porta iniziammo a perdere sul parquet i pochi capi d’abbigliamento arrivando nei pochi metri che separavano l’ingresso dal letto, completamente nudi, a parte immancabile tanga che sembrava far parte del suo corpo. Era un triangolino di pizzo bianco, uguale al reggiseno che avevo appena intravisto. Iniziammo a baciarci con una foga incredibile e una volta stesi, smise, pregandomi di fare piano, di gustarci assaporandolo quasi al rallentatore, ogni attimo di quella nostra prima notte. Sii gentile e delicato, non farmi male! mi sorprese molto quell’affermazione.
    
    Iniziai ad accarezzarla con dolcezza e come aveva chiesto, “quasi al rallentatore”. Le venivano i brividi dal piacere e godere in quel modo del suo corpo mi esaltava. Iniziai a coprirle il volto di piccoli baci e fugaci carezze. Teneva gli occhi chiusi, aprendoli solo quando accostando le labbra mi invi
    
    tava a baciarla. Non avevo mai fatto un’esperienza del genere. In spiaggia facevamo le classiche “limonate” con la lingua. Ora mi mordicchiava le labbra passando da sopra a sotto lentamente ma senza sosta, leccando con un languore struggente. A tratti attirava la lingua succhiandola, esortandomi a fare altrettanto quando offriva la sua.
    
    Aveva il sapore di un frutto acerbo e più a lungo mi avvolgeva nel morbido miscuglio di quel bacio così elevato, più mi sentivo rapito abbandonandomi alle sue carezze. Non avevo mai trovato una donna così, (forse perché non era solo donna, ci ragionai col senno ...
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