volevo solo liberarmi
Data: 22/06/2024,
Categorie:
Masturbazione
Prime Esperienze
Trans
Autore: evablu, Fonte: xHamster
... succhiandomi i capezzoli turgidi e la base del collo.
- No, baci no. Per favore.
- Sei una suina. Sei meglio della Giulia.
La cosa mi inorgoglì e il mio pistolino, fino a quel momento timido per la situazione scabrosa, si liberò e si indurì. Lui ci mise un attimo a palparlo e a capire.
- Maialetta eccitata.
Sentii lo zip della lampo, poi i suoi bermuda che scivolavano verso il basso. Ero come ipnotizzata. Nel silenzio bollente di quella stanza, quasi senza girarmi, armeggiai con gli slip e glielo tirai fuori.
- Brava, brava, troietta.
Cominciai a masturbarlo. Non c'era trasporto, non c'era gioia. Doveva succedere, prima o poi, ma me l'ero aspettato del tutto diverso. Pensavo ad altro, cercavo di distrarmi mentre glielo facevo. Lo aveva veramente grosso.
Lo sentivo mugolare, reclinato com'era all'indietro.
- Zoccola. Sudicia zoccola.
Lo guardavo con la coda dell'occhio. La cappella era turgida, nuda, odorava di sesso e di maschio.
- Che puttana. Ti piace. Vieni qua!
Mi prese per i capelli, mi tirò verso il basso. Ebbi paura di prenderglielo in bocca, cercai di fermarlo.
- No, questo no, per favore.
- Zitta, vacca.
Spalancai le labbra qualche istante prima che venisse. Mi soffocò, quasi, di sperma, costringendomi a ingoiarglielo quasi tutto. Succhiai per non soffocarmi e non vomitare. Dopo avere goduto nella mia gola mi trattenne per il collo e mi lasciò con la testa poggiata sulla sua pancia pelosa. Alla fine mi prese per la coda di ...
... cavallo, mi tirò via e per farmi asciugare mi diede un fazzolettino già usato da lui.
- Baldracca. Tutte quelle come te, che avete l'aria così pulita e profumata, siete le meglio troie. Lo sai che la Giulia usa il tuo stesso profumo?
A quel punto mi aveva veramente rotto. Mi tolsi scarpe e calze, gli mostrai orgogliosa lo smalto sulle unghia dei piedi.
- E usa il mio stesso smalto? Lo sai che ti sei fatto fare un pompino da un ragazzo con le dita smaltate?
Tirai giù gli shorts. Il tanga era inequivocabilmente rosa, ma sotto la stoffa traforata il mio clitoride maschile era evidente. Glielo mostrai, mi si era mezzo ammosciato ma si vedeva bene, anche nella penombra.
- Vai con i ragazzi. Se io sono finocchietto di montagna, tu sei omosessuale di paese.
Rimase interdetto, contrariato.
- Bada a come parli: ti metti a fare l'intellettuale con me?
- No, ma tu mi vuoi umiliare e allora vattene affanculo. Io mi sento, io sono donna. Don-na! Capito? E tu sei solo un piccolo stronzo di paese, che si voleva scopare il ragazzino con la coda di cavallo che pare una femminuccia. Ma tu ti volevi fare il maschio che c'è in me.
Mi guardava senza capire, completamente stralunato.
- Insomma, se c'è un finocchio, fra me e te, non sono io. Lo lasciai frastornato. Mi rimisi la canotta, poi la camicia e uscii. Alla luce del giorno mi resi conto che la canotta era bagnata. Umida del suo seme, come il mio viso e gli angoli della mia bocca.
E la cosa, anche se lui era ...